Rubrica a cura del dott. Ciro Amendola, direttore della Gazzetta Ufficiale, meticoloso burocrate uscito dalla penna del costituzionalista-romanziere Alfonso Celotto, che si è divertito a raccogliere e a spiegare le sigle più astruse della Pubblica Amministrazione.
La burocrazia ama le sigle. Le sigle amano la burocrazia.
PRA o P.R.A. ? MATTM o M.A.T.T.M. ?
Quante volte il dott. Amendola si era imbattuto nel dubbio amletico: le sigle si scrivono con punti o senza punti?
A rigore si tratta di acronimi, per cui si potrebbe pensare di aggiungere i punti. Ma d’altra parte, i punti rendono ancor più complessa la leggibilità della frase, quindi sarebbe meglio ometterli.
Non si poteva certo lasciare un punto così delicato alla libera interpretazione dei singoli compilatori di testi burocratici, per cui il Direttore pensò di effettuare una adeguata ricerca.
Come ben sappiamo il nostro legislatore – in nome del principio di legalità – vive nel dogma della completezza, per cui pensa di potere e dovere disciplinare ogni cosa, ogni aspetto, anche i più minuti.
Puntualmente il dott. Amendola venne così a scoprire che anche la questione dei punti nelle sigle è stata dettagliatamente affrontata e regolata.
Innanzitutto nelle Regole e raccomandazioni per la formulazione tecnica dei testi legislativi contenute nella Circolare del Presidente del Senato del 20 aprile 2001. Qui all’art. 14 C si legge «anche al fine di agevolare la ricerca informatica, le lettere che compongono la sigla non sono separate da punti».
Più che una imposizione, un consiglio di buon senso al fine di agevolare la ricercabilità.
Ma non basta. La burocrazia dell’Unione europea ha affrontato non solo la questione dei punti, ma anche quella dell’uso delle maiuscole o delle minuscole!
Come si legge nel “Manuale interistituzionale di convenzioni redazionali” (http://publications.europa.eu/code/it/it-4100500it.htm)
Si deve fare uso con moderazione delle abbreviazioni. Sigle e acronimi, invece, si moltiplicano nel linguaggio moderno e si incontrano frequentemente nel linguaggio dell’Unione europea.
Quando si citano per la prima volta una sigla o un acronimo, bisogna darne la denominazione completa: ad es. Agenzia spaziale europea (ASE)
Sono inoltre da rispettare le seguenti regole:
– fino a cinque lettere (per tutte le sigle e per tutti gli acronimi, compresi i nomi dei programmi), tutto in maiuscolo, senza punti né accenti, salvo eccezioni (ad es. CEE, COST, FEAOG)
– da sei lettere in poi, prima lettera in maiuscolo e di seguito in minuscolo (salvo se il termine è assolutamente impronunziabile), senza punti né accenti (ad es. Unesco, Cnuces), salvo eccezioni (in apposito allegato http://publications.europa.eu/code/it/it-5000400.htm).
Il dott. Amendola era soddisfatto della sue ricerche, anche se non riusciva a comprendere perché da sei lettere (e non da cinque o da sette) le sigle passassero in minuscolo.
Tuttavia, il buon burocrate non dubita, si limita ad applicare le regole!