Sullo sfondo del canto “Tu es Petrus” hanno giurato, nelle mani di Papa Francesco, fedeltà e obbedienza al Pontefice e ai suoi successori “fino all’effusione del sangue”. In una suggestiva cerimonia nella basilica vaticana di San Pietro sabato scorso, i nuovi cardinali creati da Papa Bergoglio hanno ricevuto in ginocchio i simboli del cardinalato: anello, berretta, zucchetto rosso, bolla con l’assegnazione del Titolo. Vengono da ogni parte del mondo, anche da terre lontane e che mai prima d’ora avevano goduto il privilegio di ospitare all’interno dei propri confini un successore degli Apostoli (è il caso, ad esempio, della Mongolia).
Sono stati 20, in totale, il numero dei nuovi cardinali creati dal Papa argentino nel corso del suo ottavo Concistoro dall’inizio del suo pontificato. 16 di essi saranno pure elettori nel prossimo conclave, avendo meno di 80 anni. 4 di loro, ottuagenari, hanno ricevuto la berretta in segno di riconoscimento per il servizio svolto a Santa Romana Chiesa. È il caso dell’arcivescovo emerito di Cagliari, Arrigo Miglio e del gesuita Gianfranco Ghirlanda, professore di Teologia e già Rettore dell’Università Gregoriana di Roma.
Scorrendo i nomi si conferma quella che ormai è la scelta consolidata seguita dal Pontefice nella scelta dei suoi collaboratori più stretti (appunto i cardinali), ovvero aprire sempre di più la Chiesa sino ai confini della terra, favorendo la scelta di personalità provenienti dalle “periferie” piuttosto che dalle tradizionali sedi “cardinalizie”. Oltre che dall’Europa (5 gli italiani), infatti, sei nuovi cardinali provengono dal continente asiatico, uno dal Nord America, quattro dall’America latina e due dall’Africa.
Tra i doni di questo concistoro alla Chiesa universale anche Mons. Giorgio Marengo, missionario italiano (originario di Cuneo) in Mongolia che, con i suoi 48 anni, è il più giovane membro del Collegio cardinalizio.
Con queste ultime nomine il futuro conclave che sarà chiamato ad eleggere il successore di Papa Francesco è composto da 226 cardinali, di cui 132 elettori: saranno questi a dover discernere, con l’aiuto del Santo Spirito, il successore di Pietro al soglio pontificio. Guardando per un attimo alla geografia del Sacro Collegio, 11 cardinali elettori sono stati creati da Giovanni Paolo II, 38 da Benedetto XVI e 83 da Francesco. La maggioranza, dunque, è a trazione bergogliana, e questo influirà non poco sul profilo del prossimo Papa.
A margine della cerimonia di investitura dei nuovi porporati, il Santo Padre ha espresso il suo voto sulla canonizzazione dei beati Giovanni Battista Scalabrini, vescovo di Piacenza, fondatore della Congregazione dei Missionari di San Carlo e della Congregazione delle Suore Missionarie di San Carlo Borromeo (conosciute come scalabriniani), e del fedele laico Artemide Zatti, della famiglia salesiana.
Da lunedì, inoltre, sono iniziati gli incontro tra i cardinali (vecchi e nuovi) e il Papa, per dialogare intorno alla nuova Costituzione Apostolica inerente all’organizzazione della Curia romana, “Praedicate Evangelium”, promulgata lo scorso 19 marzo, in vista delle scelte autunnali che, nella volontà del Papa, dovranno rendere la Curia romana sempre più orientata al servizio del Popolo di Dio.