Mercoledì 3 febbraio 2016, la Camera ha approvato definitivamente il DdL che contiene disposizioni volte a garantire l’equilibrio nella rappresentanza tra donne e uomini nei consigli regionali. La legge dispone che qualora la legge elettorale regionale preveda l’espressione di preferenze, in ciascuna lista i candidati dovranno essere presenti in modo tale che quelli dello stesso sesso non eccedano il 60% del totale e “sia consentita l’espressione di almeno due preferenze, di cui una riservata a un candidato di sesso diverso, pena l’annullamento delle preferenze successive alla prima”. Qualora siano previste liste senza espressione di preferenze, la legge elettorale deve disporre l’alternanza tra candidati di sesso diverso in modo tale che i candidati dello stesso sesso non superino il 60%. Allo stato attuale, sono solo 6 le Regioni in cui il numero delle consigliere supera il 20%, con i due estremi rappresentati da Emilia-Romagna (34,7% di donne in Consiglio) e Basilicata (21 consiglieri uomini, nessuna donna).
È entrato nel vivo l’esame alla Camera sul decreto-legge Milleproroghe. Si è conclusa la fase di lavori in Commissione con un lungo elenco di emendamenti approvati. Lunedì 8 febbraio è iniziato l’iter del provvedimento in Aula: i tempi sono ormai ristretti perché il DL deve ancora fare un passaggio al Senato e deve essere convertito in legge entro il 28 febbraio, ma non si escludono ulteriori modifiche.
Ma la settimana parlamentare che si chiuderà sabato 13 febbraio sarà quasi esclusivamente monopolizzata dal rush finale in Senato sul DdL Cirinnà che si occupa di colmare una grave lacuna nell’ordinamento italiano in materia di unioni civili. Il percorso del DdL è ancora lungo dato che questa in Senato è solo la prima lettura, ma il passaggio politico è dal forte impatto simbolico e potrebbe riservare numerose sorprese.
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