Rotto il patto non scritto tra Gentiloni e centrodestra? Pronta la nomina di Paolo Peluffo nuovo Segretario Generale e 64 consiglieri
di LabParlamento
Acque agitate tra i vertici del centrodestra che pare avessero siglato con Gentiloni un patto non scritto circa le ultime nomine che il Consiglio dei Ministri, in carica solo per l’ordinaria amministrazione, avrebbe dovuto fare a tempo ormai scaduto: “non le fate, le faremo noi quando tra meno di due mesi saremo al Governo ricordandoci di voi”, riferiscono da ambienti vicini al centrodestra.
Gentiloni invece pare abbia tolto i panni di riserva della Repubblica e indossato quelli per la campagna elettorale apprestandosi a portare nel prossimo Consiglio dei Ministri un’infornata di “utili” nomine dell’ultimo minuto. Tra queste, come già anticipato da Labparlamento, figurano quelle che riguardano l’ormai famoso Cnel, sopravvissuto al Referendum del 4 dicembre 2016 con il quale l’allora premier Matteo Renzi lo voleva abolire.
Di fatto, proprio in vista del referendum di “Santa Barbara” il Governo Renzi aveva deciso di non rinnovare la Consiliatura in scadenza a fine luglio 2015, dopo che la legge di bilancio 2014 aveva tra l’altro tagliato buona parte delle risorse del Consiglio: una lenta agonia prima della morte prevista per il 4 dicembre 2016. Ma a quanto pare i miracoli esistono e il Cnel non è morto.
E visto che ancora esisteva, ad aprile 2017, il Governo Gentiloni, succeduto a quello Renzi proprio dopo l’esito del referendum, fa marcia indietro e nomina Tiziano Treu (classe 1939 e già ministro nei Governi Dini, Prodi e D’Alema) a presidente del CNEL e mette in moto il complesso meccanismo di rinnovo della Consigliatura che prevede la nomina di 64 consiglieri. Ma la procedura si blocca di nuovo a palazzo Chigi e il Cnel si ritrova con un nuovo Presidente, ma senza Consiglio. Il motivo del blocco? Troppe richieste delle “parti sociali” rispetto ai posti disponibili. In queste ore pare però la Presidenza del Consiglio abbia trovato la quadra e si appresti a respingere 19 ricorsi, in gran parte presentati da sigle datoriali vicine al centrodestra.
“Non le possono fare le nomine del Cnel” aveva tuonato Gianni Letta qualche giorno fa nel corso di alcuni incontri. Adesso invece le nomine si fanno. “Signor Presidente, Caro Tiziano..” scrive Gentiloni il 15 gennaio al presidente Treu, “desidero informarla dell’intendimento di proporre il Cons. Paolo Peluffo per la nomina a Segretario Generale del CNEL”. La carica è vacante da alcuni mesi, cioè da quando l’ex Segretario Generale, Franco Massi, proveniente come Peluffo dalla Corte dei Conti, è stato nominato Segretario Generale della medesima Corte dei Conti.
Una nomina “in continuità” con l’operato di Massi? Una nomina per rilanciare o per chiudere definitivamente il moribondo Cnel? Difficile dirlo. Ciò che è certo è che il presidente Treu ha già dato il suo assenso alla nomina di Peluffo e alcuni rappresentanti del centrodestra, seppur impegnati nella costruzione di liste e programmi, pare non abbiano gradito il mancato rispetto del “patto sulle nomine”.
E se il patto e’ rotto, nel centrodestra (da Gasparri a Brunetta fino a Giorgia Meloni – che già aveva definito su Facebook “ladri di poltrone” Renzi e Gentiloni a proposito delle nomine nel cda di FS) sono già pronti a trascinare nel tritacarne mediatico della campagna elettorale il Presidente del Consiglio uscente.
Scarica la lettera di Paolo Gentiloni a Tiziano Treu
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