150 decreti attuativi solo per la Legge di Bilancio e 30 per quella sulla Concorrenza. Al Governo Gentiloni il primato del varo dei decreti legislativi. Vediamo i numeri
L’Italia è il Paese delle contraddizioni.
Mentre infatti impazza la campagna elettorale dell’#aboliamoqualcosa con i vari mattatori pronti a proporre ogni giorno di abolire leggi o parti di esse, dall’altra parte della barricata ci sono i numeri che indicano i provvedimenti approvati durante la legislatura che sta per chiudersi definitivamente, ma anche quelli che invece devono essere ancora approvati per dare attuazione a norme primarie.
Diamo i numeri allora. Sono in tutto 434 i provvedimenti approvati dal Parlamento nel corso della XVII Legislatura. Di questi, si contano 34 tra DEF e provvedimenti monocamerali, mentre sono 400 le leggi in senso proprio, si legge sul sito del Dipartimento per i Rapporti con il Parlamento.
Andando a ritroso nel tempo e consultando i dati dell’Ufficio per il programma di Governo si può addirittura scoprire il livello di “produttività normativa” dei vari Governi Monti, Letta, Renzi e Gentiloni. In media si tratta di 2 decreti legge, 5,45 decreti legislativi e 5,15 disegni di legge al mese con un primato del Governo Letta sia nella “sezione” decreti – legge (2,6 al mese) che nella “sezione” disegni di legge (8,3 al mese). Medaglia d’oro invece al Governo Gentiloni grazie ai 7,9 decreti legislativi approvati in media ogni mese.
Numeri di una certa importanza, adeguati ad una nazione del G7 come l’Italia. Ma, come si diceva, l’Italia è il Paese delle contraddizioni. E così, continuando a scorrere i numeri, si arriva ai dati inaspettati e si scopre che ci sono 36 provvedimenti attuativi mancanti relativi a norme del 2014 (16 previsti dalla legge 190/2014 – Legge di Stabilità, 7 nello “Sblocca Italia”), 47 relativi a norme del 2015 (30 contenuti nella legge 208/2015 – Legge di stabilità, 5 nella “Buona Scuola”) e ben 86 provvedimenti (tra cui 20 del Nuovo codice degli appalti e 11 del “decreto fiscale”) che mancano all’appello per l’anno 2016. Totale 169 provvedimenti da emanare (in teoria) entro il 4 marzo, ai quali vanno ad aggiungersi, solo citando due importanti provvedimenti del 2017, oltre 150 decreti attuativi della legge di bilancio da poco approvata e circa 30 della prima e unica legge sulla concorrenza.
Missione praticamente impossibile.
Tuttavia, a questo punto, coloro che avranno avuto la pazienza di leggere fino a qui meritano un premio. E il premio è la traduzione in fatti concreti di tutti questi numeri.
Sostanzialmente tutto questo significa che molti degli “annunci” che ogni giorno si sentono, spesso rimangono “solo” degli annunci. Già perché se il Parlamento approva una legge, ma poi non si approvano (o si approvano in parte) i cosiddetti “provvedimenti attuativi” la legge, o meglio la norma della legge che necessita di quei provvedimenti, non sortirà effetti o ne sortirà solo una parte, magari creando anche dei problemi di applicazione e coordinamento con altre norme. E allora tutte quelle belle iniziative rimarranno solo scritte sulla carta: gli imprenditori non avranno i loro incentivi per la formazione, le piccole e medie imprese non potranno quotarsi, alcuni lavoratori non potranno andare in pensione, i giovani continueranno a rimanere fuori dal mercato del lavoro.
Dunque, se proprio si volesse abolire qualche cosa in questo Paese, si dovrebbe partire dal pressappochismo e dalla “faciloneria”. Sarebbe già un grande passo avanti.