Gentiloni a Davos. Salvini e Berlusconi per ora sotterrano l’ascia di guerra. Regione Lazio: Centrodestra ancora confuso. Casaleggio vs M5S. Il passo indietro di Galletti
di LabParlamento
“Un anno fa il Fondo Monetario Internazionale dava la crescita italiana a un magro 0,7% per il 2017, poi è stata dell’1,6%”. Lo ha detto il Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, nel suo intervento odierno al World Economic Forum di Davos, citando gli effetti del Jobs Act, delle riforme del sistema bancario e della PA, aggiungendo che, però, “c’è ancora molta strada da fare” e che gli sforzi devono continuare in questa direzione.
Durante un’intervista con la CNBC, Gentiloni ha poi aggiunto che alle prossime elezioni in Italia “non trionferanno i populisti e gli anti-europei” e di non essere interessato ad una coalizione con Berlusconi. Secondo il premier, l’esito elettorale, per la stabilità del Paese, non dovrà essere incerto e spera che il centrosinistra sia in grado di ottenere una maggioranza di governo: “In ogni caso penso che saremo il pilastro di una possibile coalizione”. Ricordiamo che Gentiloni correrà per il Pd nel collegio uninominale di Roma 1 alla Camera dei Deputati.
Ed è proprio su candidature e collegi, un po’ su tutti i fronti, che si gioca ancora a pieno ritmo la partita (scadenza finale ore 20.00 di lunedì 29). Senza dimenticare le elezioni regionali. Il tempo stringe e il centrodestra ha difficoltà a trovare un accordo sul candidato per la Presidenza della Regione Lazio. La leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, conferma che “non c’è nessun veto dagli alleati di coalizione su Fabio Rampelli”, sostenendo però che anche l’ipotesi di candidare Stefano Parisi, leader di Energie per l’Italia, potrebbe essere una buona scelta che allargherebbe il perimetro della coalizione.
Sempre in casa centrodestra, in merito alle discordanti dichiarazioni di Salvini e Berlusconi sull’euro e sulla legge Fornero, entrambi, almeno per ora, hanno fatto un passo indietro: il primo ha chiarito che, in fondo, la pensa come il leader della Lega, ma che preferirebbe non superare la soglia del 3%, mentre il secondo ha replicato che“c’è un programma comune ma siamo due persone diverse, con due caratteri e passati diversi”. Probabilmente, ci si è resi conto che una tale spaccatura avrebbe compromesso fin da subito la credibilità della coalizione.
Il leader del Carroccio ha poi reso note due candidature importanti, quella di Claudio Borghi, responsabile economico della Lega che sfiderà direttamente il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan nel collegio uninominale a Siena e Alberto Bagnai, noto docente da sempre critico nei confronti dell’Unione monetaria.
Per quanto riguarda le altre indiscrezioni sulle candidature, sembra che la sottosegretaria Maria Elena Boschi sarà candidata a Bolzano, dove sfiderà Michaela Biancofiore (Forza Italia), anche se Svp, alleato del PD, preferirebbe un profilo come quello di Graziano Delrio, ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. Nodi che verranno sciolti con la presentazione delle liste nella Direzione Pd, convocata a porte chiuse, secondo fonti del partito, venerdì 26 gennaio alle ore 10.30.
Passo indietro definitivo invece per il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti che in una nota comunica che non si ricandiderà alle prossime elezioni, ribadendo la stima e l’amicizia nei confronti di Pier Ferdinando Casini che supporterà durante la campagna elettorale.
Dopo la scomparsa del simbolo del Movimento 5 Stelle dal nuovo blog di Beppe Grillo (non più gestito dalla Casaleggio Associati) arriva un passo indietro anche da parte di Luca Eleuteri, braccio destro di Davide Casaleggio, sulla gestione di Rousseau. La Casaleggio Associati non si occuperà più del Movimento 5 Stelle. In un’intervista al Corriere della Sera, ha spiegato che “stiamo spostando il nostro focus dal settore dell’editoria digitale a quelli dell’intelligenza artificiale, dell’Internet delle cose e dell’integrazione fra punti fisici e punti digitali”. Non c’è spazio per M5S nell’attività aziendale.