Il prof. Massimo Baldini (Univ. Modena e Reggio Emilia) commenta a LabParlamento la promessa elettorale del M5S
di Valentina Magri
“Passare direttamente da quasi nulla come mesi fa al trasferimento più generoso d’Europa forse sarebbe un salto eccessivo. Meglio potenziare il reddito di inclusione che abbiamo appena introdotto”. Così commenta a LabParlamento la promessa dei reddito di cittadinanza del M5s Massimo Baldini, Professore Associato di Scienza delle Finanze all’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia e Membro del Capp, Centro di Analisi delle Politiche Pubbliche, del Dipartimento di Economia Politica dell’Università di Modena e Reggio Emilia.
Qual è la ratio del reddito di cittadinanza?
“Si tratta di uno strumento pensato per colmare il divario di povertà relativa, da destinare alle famiglie sotto la soglia povertà relativa fissato da Eurostat. Costerebbe molto e riguarderebbe milioni di famiglie italiane”.
A proposito di costi, quale potrebbe essere l’impatto di questa misura sui conti pubblici?
“L’Istat ha stimato una spesa totale di 15 miliardi di euro l’anno. Il testo del ddl presentato dal M5s (disegno di legge n. 1148 presentato il 29 ottobre 2013, ndr) stima invece un costo di 30 miliardi. Se volessimo annullare la povertà relativa, che coinvolge circa il 20% delle famiglie italiane, il costo sarebbe attorno a questa cifra. Molte famiglie però non farebbero domanda perché ad esempio lavorano in nero e non vogliono che lo Stato metta il naso nei loro affari o perché l’importo del trasferimento sarebbe basso, se il reddito è vicino alla soglia di povertà relativa. La quota di famiglie che effettivamente fa domanda solitamente è attorno al 60% dei potenziali beneficiari, ci dice l’esperienza degli altri paese europei. Pertanto, la spesa teorica è maggiore di quella effettiva, che potrebbe aggirarsi a mio avviso attorno ai 18-20 miliardi di euro”.
Quali sarebbero le conseguenze per l’economia italiana?
“Il primo problema riguarda il reperimento delle risorse: dove trovare 20 miliardi in più, corrispondenti a oltre 1 punto di PIL? Questo metterebbe in crisi i conti pubblici, con un aumento del rapporto deficit/PIL oltre la soglia del 3%, a parità di altre condizioni. L’UE ci chiederebbe subito di rientrare dal deficit, ossia di tagliare altre spese o di aumentare le entrate. Solo che poi aumenterebbe lo spread perché gli investitori perderebbero la fiducia nell’Italia”.
“L’inflazione sta salendo e Draghi è in uscita dalla Bce, per cui i tassi già saliranno, ma se si sforasse il deficit al 3% la probabilità che i tassi aumentino salirebbe ancora di più e con essa la spesa per gli interessi passivi sul debito pubblico”.
“Con il reddito di cittadinanza ci sarebbe una riduzione della povertà, ma l’importo del trasferimento per alcune famiglie sarebbe così alto da porre dei problemi comportamentali: conviene alla famiglia lavorare sapendo che in caso contrario riceverà comunque un sussidio? È vero che il sussidio è condizionato dall’adesione a un patto di attivazione con un centro per l’impiego che vincola a offrire la disponibilità a lavorare. Ma tra la teoria e la pratica, sappiamo che può esserci molta distanza”.
“Inoltre spesso le famiglie povere hanno già almeno un membro che lavora e per loro il rapporto con il centro per l’impiego potrebbe essere inutile: nel caso delle famiglie con molti figli o dove solo un coniuge lavora, il reddito di cittadinanza si tradurrebbe in un trasferimento puro e semplice“.
In conclusione, sarebbe opportuno introdurre il reddito di cittadinanza proposto dal M5s?
“L’Italia per anni è stato l’unico paese europeo insieme alla Grecia a non avere un trasferimento contro la povertà. La Grecia ha introdotto una misura simile qualche mese fa. Noi abbiamo appena introdotto il reddito di inclusione (REI), che è appena partito e diventerà universale da luglio 2018 e richiede un patto di attivazione con la famiglia. Per ora sono stati stanziati 2 miliardi per il 2018 e 2,5 dal 2019. Passare direttamente da quasi nulla come mesi fa al trasferimento più generoso d’Europa forse sarebbe un salto eccessivo. La priorità ora è potenziare il REI.”