Conclusa l’indagine conoscitiva sulle iniziative di Lombardia, Veneto ed Emilia. “Vantaggi per l’intero sistema”, “vicino il buon esito delle trattative”
di LabParlamento
Come anticipato ieri da LabParlamento, è arrivato in mattinata il via libera, all’unanimità e senza modifiche alla versione iniziale del testo, della Commissione per le questioni regionali al documento conclusivo dell’indagine conoscitiva sul riconoscimento di maggiore autonomia a Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna (il testo in fondo alla notizia).
Nelle 50 pagine messe a punto dalla Commissione vengono ricostruiti gli esiti degli approfondimenti condotti tra il 29 novembre e il 21 dicembre 2017 sull’iniziativa intrapresa dalle tre Regioni sulla base del terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione. In primo luogo sono stati esaminati con le audizioni di due docenti universitari (Antonio D’Atena e Stelio Mangiameli) gli aspetti procedurali questione, per poi soffermarsi sui contenuti oggetto delle trattative tra il Governo e i territori. Nell’arco di quest’ultima fase sono stati ascoltati i governatori di Lombardia ed Emilia (Roberto Maroni e Stefano Bonaccini), il presidente del Consiglio Regionale del Veneto Roberto Ciambetti e il sottosegretario Gianclaudio Bressa.
Nelle sue considerazioni finali, l’organo bicamerale guidato da Gianpiero D’Alia evidenzia in primis i vantaggi che l’intero sistema può ricavare dalla concessione di più poteri a singole Regioni, dal momento che si favorirebbe una gestione più efficiente di risorse pubbliche ora in capo allo Stato. Inoltre, il meccanismo previsto dall’articolo 116 viene ritenuto in grado di favorire l’offerta di beni e servizi più conformi alle esigenze delle comunità locali e di innescare una competizione virtuosa tra gli Enti locali. La Commissione per le questioni regionali chiarisce che l’attribuzione di maggiore autonomia “non deve essere intesa come lesiva dell’unitarietà della Repubblica, del principio solidaristico che la contraddistingue e tantomeno come anticamera di una richiesta di secessione”, e che al contrario l’autonomia ordinaria disegnata dalla riforma del Titolo V nel 2001 potrà “compiutamente dirsi realizzata quando tutte le Regioni avranno ottenuto la maggiore autonomia che l’articolo 116, terzo comma, consente”.
Per quanto riguarda il prosieguo dei negoziati con Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna, la Commissione ritiene vicino il buon esito del processo, dal momento che “la naturale scadenza della Legislatura in corso non pare infatti costituire un ostacolo insormontabile”. Rispetto ai precedenti tentativi di attivare l’art. 116 della Carta (risalenti al biennio 2007-2008), in questa occasione non c’è contrapposizione tra Esecutivo e Regioni, ma anzi “si registra una sostanziale condivisione fra la maggioranza delle forze di governo e di opposizione a livello sia nazionale che territoriale”.
Scarica il documento conclusivo dell’indagine conoscitiva avviata dalla Commissione per le questioni regionali
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