Il candidato M5S: “Il servizio pubblico garantisca un’informazione equa”. Polemiche sullo stop alle manifestazioni nella località marchigiana. Intanto, Ntv va agli americani
di LabParlamento
“Noi facciamo un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella perché sia garantita una informazione equa in questa campagna elettorale. Non ci stiamo a fare una campagna in cui il servizio pubblico è schierato dalla parte dei partiti che hanno governato o governano l’Italia”. Con queste dichiarazioni Luigi Di Maio è il primo leader a tentare di coinvolgere il Capo dello Stato in una contesa, quella in vista del 4 marzo, ormai entrata nel vivo. Il candidato del Movimento 5 Stelle ha in seguito presentato i 12 appuntamenti conclusivi del suo tour pre voto (la chiusura della campagna si terrà a Roma venerdì 2 marzo, in Piazza del Popolo), affermando che “gli scenari per il post voto sono due: o M5S al governo o il caos”.
E il tema delle “larghe intese” tra i partiti in caso di assenza di vincitori nelle urne continua a essere oggetto di commenti e prese di posizione. Oggi si sono espressi sul punto il segretario della Lega Matteo Salvini (“Se non c’è maggioranza assolutamente bisogna tornare a votare. Senato che la Lega scavalcherà Forza Italia”), la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni (“Io non temo nulla, ma non capisco: Berlusconi e Salvini dicono no alla manifestazione del 18 febbraio”) e Pier Luigi Bersani di Liberi e Uguali, il quale si è detto “disposto a discutere con chi ci sta su quattro temi: lavoro, sanità, scuola e fisco progressivo”, aggiungendo che “Pd e Fi sono molto avanti con i lavori”.
Tuttavia, la scena politica italiana continua a essere scossa dagli avvenimenti della scorsa settimana a Macerata. Nelle ultime ore ha suscitato proteste la decisione del Governo di vietare manifestazioni di qualunque orientamento nella località marchigiana, in ossequio alla richiesta del sindaco Romano Carancini. Numerosi circoli di Anpi e Arci si sono detti contrari alla scelta, mentre Roberto Speranza, Pippo Civati e Nicola Fratoianni di LeU hanno inviato una lettera al premier Paolo Gentiloni e al ministro dell’Interno Marco Minniti per chiedere l’annullamento del divieto, evidenziando che “Fascismo e Antifascismo non sono in nessun modo paragonabili”. Da parte sua, nel corso della mattinata Salvini ha preso nuovamente posizione sull’immigrazione, dicendosi dubbioso sulla compatibilità “dell’Islam con i nostri valori, la nostra libertà e la nostra Costituzione”.
Intanto, sul fronte dell’attualità industriale, con delicate ricadute sull’economia nazionale, non è stata seguita dai fatti la presa di posizione dei ministri Pier Carlo Padoan e Carlo Calenda sulla vendita di Nuovo Trasporto Viaggiatori (società che gestisce l’alta velocità ferroviaria di Italo) agli americani di Global Investment Partners. Gli azionisti di Ntv hanno infatti accettato all’unanimità l’offerta da quasi 2 miliardi di euro di Gip.