Un italiano su tre decide di non andare a votare. 4 milioni di caregiver chiedono di poterlo fare. Lettera a Mattarella, Gentiloni, Minniti e all’Osce
Chi ha i denti non ha pane, e chi ha pane non ha i denti, recita un vecchio proverbio sempre di grande attualità.
Questa volta il detto ben si addice al tema del diritto di voto, soprattutto in questi giorni pre-elettorali che vedono da un lato schierarsi coloro che avendo la possibilità di andare al voto probabilmente non ne usufruiranno e coloro che invece vorrebbero esercitare il proprio diritto, ma ne sono di fatto impossibilitati.
Del primo gruppo fanno parte i cittadini che possiedono, ormai da anni, la tessera del “partito dell’astensionismo”. Dall’altra parte ci sono i caregiver, cioè coloro che si prendono cura, a tempo pieno, di un familiare gravemente disabile.
Cerchiamo di spiegare meglio partendo dal “partito dell’astensionismo”. Gli iscritti a questo “movimento”, in costante crescita dagli anni ’80, sono coloro che “scelgono” di non andare a votare. E come ogni “partito” che si rispetti anche in questo caso ci sono le “correnti interne”: c’è chi appartiene alla corrente dell’astensionismo tecnico-elettorale (causato dalle difficoltà di capire o di accettare nuove modalità di voto), chi a quella dell’astensionismo apatico (connesso alla crisi delle ideologie e dei partiti verso la fine degli anni ’70) e chi si schiera con l’astensionismo di sfiducia-protesta (caratteristico delle ultime consultazioni elettorali dopo la fine della cosiddetta prima repubblica).
Tutti però (sono circa il 28% degli aventi diritto al voto) sono accomunati da una caratteristica: potrebbero andare comodamente e facilmente a votare, ma “scelgono” autonomamente di non andarci. “Chi ha il pane non ha i denti”.
Dall’altra parte degli scranni, invece, siedono coloro che appartengono, come si diceva, al “partito” di chi vorrebbe esercitare il proprio diritto di voto, ma ne è materialmente impossibilitato.
È il caso dei circa 4 milioni di caregiver italiani che, dopo aver ottenuto un loro riconoscimento da parte dello Stato grazie agli sforzi della Senatrice Laura Bignami in occasione della ultima legge di bilancio, oggi chiedono di “non essere esclusi dall’elettorato attivo”.
L’appello lanciato dal Comitato Famiglie disabili è chiaro ed è stato messo nero su bianco in una lettera indirizzata al Presidente della Repubblica Mattarella, al Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, al Ministro dell’Interno Minniti e a Ingibjörg Sólrún Gísladóttir, direttore dell’Osce (Office for Democratic Institutions and Human Rights): i caregiver familiari rischiano di andare, “involontariamente”, ad aderire al partito dell’astensionismo perché “le norme elettorali vigenti hanno una lacuna, non contemplando l’esercizio del diritto di voto domiciliare anche per loro, così come permesso alle persone inferme, disabili, o affetti da patologie gravi o gravissime”.
Spesso queste persone, si legge nella lettera, “si trovano nella condizione di non poter lasciare il proprio assistito solo neppure per il tempo necessario per recarsi a votare” e allora è necessario che le istituzioni si attivino “con urgenza al fine di consentire e garantire ai caregiver il voto domiciliare contestualmente al loro assistito ”.
“Al tempo stesso – dice il Comitato Famiglie disabili – è necessario che i seggi elettorali siano adeguati alle esigenze di chi vi si rechi insieme a una persona con disabilità: occorre cioè prevedere “adeguati spazi protetti e personale formato, che prenda in affidamento temporaneo i minori disabili o le persone, anche maggiorenni, con disabilità grave e gravissima che, in relazione alla gravità della malattia o della loro disabilità, pur potendo spostarsi, anche con l’ausilio delle idonee attrezzature, non possono essere lasciate sole neppure per il tempo strettamente necessario alle operazioni di voto”. Chi ha i denti, non ha il pane
“Mi auguro un’ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese”, aveva detto il Presidente Mattarella in occasione del suo messaggio di fine anno.
Speriamo tutti siano in condizione di poter esercitare questo diritto.