Dato medio corretto per il calendario a 1,5%. Dato più alto dal 2010 ma ancora sotto valori pre-crisi
di LabParlamento
Rispetto a un anno prima, nella media del 2017, l’economia italiana è cresciuta dell’1,4%. Lo rileva l’Istat, nella prima stima sulla crescita del Pil in termini grezzi, basata su dati trimestrali. Bisognerà però aspettare il primo marzo per conoscere il dato di riferimento per la politica economica, considerando che le previsioni del Governo indicano un +1,5%. E, in effetti, quanto alla crescita del Pil corretta per via del calendario, l’Istat segna un rialzo dell’1,5% (nel 2017 ci sono state due giornate lavorative in meno). In ogni caso, in aprile, ci sarà la comunicazione a Eurostat valida ai fini dei parametri europei.
L’economia italiana non cresceva a ritmi così alti dal 2010. Se la prima stima diffusa oggi dall’Istat, ancora provvisoria, sarà confermata anche a marzo, nel report che fa il punto sui conti nazionali, il +1,4% sarebbe il dato più alto dal +1,7% messo a segno sette anni fa. Nonostante la ripresa, il livello del Prodotto interno lordo però è ancora sotto i valori pre-crisi: siamo indietro del 5,7% raffrontando il quarto trimestre del 2017 al primo trimestre del 2008, quando si raggiunse il picco. In deficit anche il confronto col resto d’Europa: nel 2017, dice Eurostat, la crescita del Pil nella zona euro e nella Ue è stata del 2,5%, in accelerazione rispetto al 2016 quando il Prodotto era aumentato nella zona euro dell’1,8% e nella Ue dell’1,9%.
Dai dati Istat si ha anche lo spaccato del solo quarto trimestre del 2017, durante il quale il Pil è aumentato dello 0,3% sul trimestre precedente e dell’1,6% su base annua (dati destagionalizzati e corretti per il calendario). Il rialzo congiunturale segna un lieve rallentamento rispetto al terzo trimestre (+0,4%).
Il 2018 dell’Italia parte comunque con una spinta al rialzo lasciata dall’anno scorso: la variazione acquisita del Pil, quella che si registrerebbe in caso di crescita congiunturale piatta in tutti e quattro i trimestri del 2018, è pari allo 0,5%.