E Macron sceglie come primo partner la Germania, nel frattempo anche in Europa inizia a muoversi qualcosa
Il 29 marzo il Presidente francese Emmanuel Macron ha presentato “AI FOR HUMANITY”, la Strategia nazionale per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (IA). Dopo il lancio della piattaforma anti-Trump “MakeOurPlanetGreatAgain.fr” nell’estate 2017, con questo ulteriore posizionamento, l’obiettivo del Presidente francese si conferma quello di rendere la Francia la Silicon Valley d’Europa, un polo d’attrazione per i migliori talenti in grado di cogliere e sviluppare le opportunità legate alle nuove tecnologie.
Il più grande partner tecnologico dell’iniziativa è sicuramente Samsung che ha aperto un centro di ricerca sull’IA proprio in Francia, quello politico sarà invece la Germania. Per iniziare, parte dei fondi stanziati dal governo francese (1.5 miliardi fino al 2022 in totale), andrà infatti a joint-venture franco-tedesche. Inoltre, Macron ha anche sottolineato a più riprese la necessità di concordare un regulatory framework sull’IA a livello UE.
Commissionata a Cédric Villani – matematico e membro del parlamento francese – nel settembre 2017, la strategia da lui sviluppata, basata su consultazioni pubbliche e riunioni con esperti del settore e vari stakeholder, così come sull’analisi di 15 benchmark internazionali, si sviluppa lungo 7 direttrici:
– Sviluppo di una data policy “aggressiva”: il Governo deve incoraggiare la creazione di data commons e supportare un modello di governance dei dati basato su reciprocità, cooperazione e condivisione, che servano soprattutto all’interesse pubblico.
– Individuazione di quattro settori strategici: [a) salute; b) trasporti; c) ambiente; d) difesa e sicurezza] dove la Francia e l’Europa eccellono, e che, allo stesso tempo, rappresentano importanti sfide in termini di interesse pubblico. Inoltre, sono settori che attraggono l’interesse e il coinvolgimento di attori pubblici e privati e che richiedono una forte leadership pubblica per far scaturire trasformazioni.
– Incremento del potenziale della ricerca in Francia: creazioni di studi interdisciplinari sull’IA, aumentando drasticamente il numero di master e dottorati con attenzione al tema.
– Progettazione in vista dell’impatto dell’IA sul mercato del lavoro: la priorità deve essere quella di sviluppare una relazione complementare tra il lavoro “umano” e l’attività delle macchine.
– Sostenibilità ambientale dell’IA: così promuovere una crescita caratterizzata dalla solidarietà e che possa contribuire ad una transizione ecologica intelligente.
– Apertura delle “scatole nere” dell’IA: sviluppare algoritmi che assicurino il principio di trasparenza, includere lezioni di etica nel training degli specialisti dell’IA e, soprattutto, garantire il principio della “responsabilità umana”, specialmente nei casi in cui gli strumenti di IA sono utilizzati in servizi pubblici.
– L’IA a supporto dell’inclusione e della diversità: queste nuove tecnologie non dovranno incrementare le diseguaglianze socio-economiche ma diminuirle.
Infine, bisogna segnalare che anche a livello UE ci si inizia a rendere conto dell’importanza di una strategia coerente e condivisa per lo sviluppo di una tecnologia di questa portata. Il 27 marzo infatti, l’EPSC – European Political Startegy Centre della Commissione Europea – ha pubblicato una nota strategica sull’Intelligenza Artificiale in linea con le direttrici individuate dalla Francia. Infatti, oltre a fornire un quadro sugli stati generali dell’IA e delle sue potenzialità, il report evidenzia quattro aree prioritarie di intervento: a) creazione dell’ecosistema di sviluppo; b) identificazione dei vantaggi competitivi dell’IA per l’Unione Europea; c) rafforzamento delle capacità e abilità necessarie allo sviluppo esponenziale dell’IA; d) la prevalenza di un approccio umano-centrico all’IA.
Insomma, un piano d’azione, quello francese, che traccia una strada chiara: l’IA non è solo una rivoluzione tecnologica dagli effetti assolutamente positivi o assolutamente negativi – in senso manicheo – bensì un fenomeno complesso che come tale richiede dei ragionamenti importanti e la considerazione di tutta una serie di implicazioni (vedi gli effetti sul mercato del lavoro); e, a quanto sembra, un approccio umano-centrico è fortemente supportato anche a livello europeo.