Molteni (Lega) alla Speciale della Camera. 400 donne del Pd: “Mai più pluricandidature femminili di poche”. I questori della Camera procedono sui vitalizi
Se sul Governo i due giovani leader di Movimento 5 Stelle e Lega, Luigi Di Maio e Matteo Salvini, sembrano non aver ancora trovato un accordo (il secondo giro di consultazioni al Quirinale inizia domani), lo stesso non si può certo dire per le Camere. Alle intese che hanno portato all’ elezione dei presidenti delle Camere e della Commissione Speciale al Senato, se ne sta per aggiungere un’altra: quella sulla presidenza della Commissione speciale di Montecitorio, che tra l’altro avrà all’esame il Documento di Economia e Finanza e altri atti urgenti del Governo, la cui riunione è in programma per domani alle 11.00.
Il nome da votare sarà quello del leghista Nicola Molteni, classe ’76, lombardo e già deputato nelle XVI e XVII legislatura. La nota congiunta targata M5S-Lega, per rendere le “Camere operative”, ha però subito suscitato le critiche del Segretario reggente del Partito Democratico, Maurizio Martina, che sottolinea come per l’”ennesima” volta lo spartipoltrona non abbia incluso il terzo polo, ovvero i dem. “Salvini e Di Maio comunicano su carta intestata comune Lega e 5 Stelle l’accordo spartitorio dell’ennesima poltrona: quella della presidenza della Commissione speciale alla Camera, dopo aver già fatto la stessa cosa al Senato. Tutto questo mentre il Paese rimane appeso ai loro litigi sulle prospettive di governo”, dichiara Martina.
Ma mentre il segretario reggente è intento a tenere unito il Partito Democratico, questo vive l’ennesimo momento particolarmente difficile sia per il dialogo (mancante) con i 5 Stelle sia per la questione della futura segreteria. In merito alla prima, dopo la riunione dei parlamentari dem tenutasi ieri, il ministro ai beni culturali Dario Franceschini ha reso nota la sua linea: “Va contrastata l’ipotesi di un governo Lega e Cinque stelle. Dobbiamo evitare per il bene del Paese che accada”. E ancora: “Il punto non è fare un governo con il M5s, ma tenere aperto un dialogo con tutti, cercare di costruire un rapporto perché i rapporti in politica si condizionano anche stando in minoranza, dipende da come la fai”.
Per quanto riguarda le questioni interne, ad oggi non è chiaro in che direzione andrà l’Assemblea convocata per il 21 aprile. Ma il nodo sulla “successione” impallidisce a confronto con l’appello (lanciato da Francesca Puglisi, già Presidente della Commissione sul femminicidio della XVII Leg.) di oltre 400 donne Dem al vertice di un Pd quasi esclusivamente maschile
“Per la prima volta il Pd è sovrastato nella rappresentanza femminile parlamentare da M5S e dalla Destra e mentre chi ha vinto le elezioni affida la leadership dei gruppi parlamentari e le cariche istituzionali alle elette, nel PD un gruppo dirigente sempre più chiuso e muto si trincera in delegazioni e ‘trattative’ di soli uomini” (…)”Mai più pluricandidature femminili di poche per far eleggere molti uomini. Sono bastate le pluricandidature di 8 donne per escludere 39 candidate e favorire l’elezione di altrettanti uomini”. E ricordano: “Nella scorsa legislatura, anche grazie alle primarie con la doppia preferenza di genere, eravamo il gruppo più rosa del Parlamento”.
Nel frattempo, alla Camera i questori Riccardo Fraccaro (M5s), Gregorio Fontana (Forza Italia) e Edmondo Cirielli (Fratelli d’Italia) sono al lavoro per preparare l’istruttoria da consegnare all’ufficio di presidenza per superare i famosi vitalizi dei parlamentari. Una riforma, che tra le altre cose, dovrebbe toccare circa 2.600 ex parlamentari in pensione.
Al Senato, invece, nel pomeriggio di oggi, sono stati eletti Francesco Laforgia di Leu per il Gruppo Misto e Meinhard Durnwalder per il Gruppo delle Autonomie alla carica di Segretari: integreranno il Consiglio di Presidenza di Palazzo Madama per assicurare un componente ciascuno ai due Gruppi che finora non erano rappresentati.
Da fonti parlamentari si apprende poi che – in vista dei colloqui con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – i vertici della coalizione di centrodestra potrebbero riunirsi in mattinata prima di salire, questa volta uniti, al Colle.