Le previsioni economiche di primavera tra ombre e luci. Ma pesa l’assenza di un Governo
di LabParlamento
Nel giorno dell’annuncio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di un ultimo giro di consultazioni, lunedì prossimo, per tentare di risolvere l’impasse governativa, la Commissione Ue chiede al nostro Paese di fare presto. “L’incertezza sulle politiche è diventata più pronunciata e, se prolungata, potrebbe rendere i mercati più volatili e intaccare il sentimento economico e i premi di rischio” scrive Bruxelles nelle previsioni economiche di primavera, rese note stamane nel corso di una conferenza stampa. Nel capitolo dedicato all’Italia si sottolinea, in particolare, che “i rischi per le prospettive di crescita sono diventati più inclinati verso il basso”.
Gli sforzi strutturali fatti dall’Italia per il 2018 “sono pari a zero”. “Non è una lezione da trarre oggi, ne parleremo nel pacchetto di primavera del 23 maggio”, ha detto nell’occasione il commissario agli affari economici, Pierre Moscovici, rispondendo a chi gli chiedeva se l’Italia avesse fatto lo sforzo di correzione dello 0,3% del PIL che la Ue aveva chiesto, a suo tempo, al Governo. Numeri che rafforzano la convinzione che arriverà una richiesta di correzione strutturale superiore a 5 miliardi di euro, appunto lo 0,3% del Pil. Impegno che la Commissione finora non ha voluto far arrivare al Governo uscente, aspettando con pazienza un nuovo interlocutore col quale discutere delle misure necessarie per fare fronte. E di manovra correttiva infatti non si parla nel documento.
Dopo “l’accelerazione” della crescita nel 2017, l’economia italiana “continuerà a svilupparsi allo stesso passo dell’1,5% quest’anno, sostenuta largamente dalla domanda interna”. “Ma la crescita del Pil nel 2019 verrà moderata all’ 1,2%”. Un trend che riguarda anche la Ue: crescita che resta forte nel 2018 e si allenterà solo leggermente nel 2019, con un aumento, rispettivamente, del 2,3% e del 2%”. Il nostro Paese comunque resta fanalino di coda d’Europa per la crescita, la più bassa dei 28 Paesi assieme a quella del Regno Unito. La più alta è quella di Malta (5,8% nel 2018 e 5,1% nel 2019) seguita dall’ Irlanda (5,7% e 4,1%).
Per gli altri numeri del bilancio italiano, la Commissione stima che – senza interventi normativi – nel 2018 Il deficit/Pil nominale calerà dal 2,3% nel 2017 all’1,7% e nel 2019 resterà a quel livello. Il debito/Pil passerà dal 131,8% nel 2017 al 130,7% nel 2018 e al 129,7% nel 2019. Il Governo prevede 130,8% quest’anno e 128% l’anno prossimo.
A livello europeo, il documento sottolinea come per la prima volta nella storia tutti i Paesi Ue rispettano il tetto del 3% di indebitamento. “La disoccupazione continua a diminuire ed è ora attorno ai livelli pre-crisi”, in calo nel 2018 all’8,4% dal 9,1% del 2017 per raggiungere il 7,9% nel 2019. Anche l’occupazione è record, con “il numero di occupati nell’Eurozona al picco più alto dall’introduzione dell’euro” ma, avvertono le previsioni economiche della Commissione Ue, “restano alcune sacche sui mercati del lavoro”.
Tra i problemi all’orizzonte si citano la possibilità di un’accelerazione del rialzo dei tassi e “l’escalation del protezionismo commerciale che costituisce un chiaro rischio negativo per le prospettive economiche globali”.