Commissioni speciali di Camera e Senato: audizioni martedì 8 e mercoledì 9 maggio. Palazzo Madama punta a chiudere per l’Aula il 17. Lo stallo sul Governo aumenta le incognite sulla Legge di Bilancio, e l’Ue…
Parallelamente a sviluppi forse decisivi sulla formazione del Governo (le ultime indiscrezioni vedrebbero il Presidente della Repubblica orientato a puntare su un “Esecutivo di tregua”, destinato a durare almeno fino alla primavera del 2019), la prossima settimana porterà anche l’avvio della discussione parlamentare sul Def varato dal Consiglio dei Ministri lo scorso 26 aprile.
Nella seduta dell’Aula del Senato del 2 maggio è stata infatti annunciata la trasmissione del Documento di Economia e Finanza 2018 alla Commissione speciale per gli atti urgenti del Governo, e nella giornata di ieri è stato reso noto che martedì 8 e mercoledì 9 maggio si terranno le audizioni delle Commissioni speciali congiunte sul testo, per poi avviarne l’esame giovedì 10 maggio. L’obiettivo di Palazzo Madama è quello di chiudere l’iter giovedì 17 maggio, con il mandato al relatore a riferire in Assemblea.
Tuttavia, la discussione del Def si discosta dall’iter standard dei provvedimenti di legge, dal momento che non porterà all’approvazione di emendamenti né di un testo finale, ma si concluderà probabilmente con l’adozione di risoluzioni che impegneranno l’Esecutivo (senza vincolarlo) a compiere o non compiere determinate scelte sul bilancio statale. Poiché la paralisi post 4 marzo ha portato al varo di un Documento di Economia e Finanza limitato a una fotografia dei dati macroeconomici a politiche invariate, sarà molto interessante notare se si verificheranno convergenze tra i Gruppi su temi che potrebbero essere al centro dell’azione del nuovo Esecutivo, sia esso di tipo istituzionale o politico. Non a caso, da fonti parlamentari non viene escluso che su questo terreno si riapra il dialogo tra Lega e Movimento 5 Stelle. Non a caso, da fonti parlamentari non viene escluso che su questo terreno si riapra il dialogo tra Lega e Movimento 5 Stelle, in particolare per quanto attiene la delicata scelta del relatore.
Più di ogni altra cosa, il Def segna il punto di partenza del percorso che porterà al varo della Legge di Bilancio 2019, dalla quale dipenderà il disinnesco della clausola di salvaguardia da 12,5 miliardi di euro che porterebbe, dal 1° gennaio 2019, all’aumento delle aliquote Iva. Il protrarsi dell’attuale fase di crisi, magari con un ritorno alle urne in autunno, potrebbe spingere il Paese verso l’esercizio provvisorio di bilancio, con conseguenze imprevedibili sui mercati finanziari. Senza dimenticare che le parole pronunciate ieri dal commissario Ue agli Affari economici Pierre Moscovici, in occasione della presentazione delle previsioni economiche di primavera, non escludono del tutto che Bruxelles possa chiedere all’Italia già a fine maggio una correzione dei conti pubblici pari allo 0,3% del Pil (oltre 5 miliardi di euro).
In definitiva, con il Documento di Economia e Finanza la XVIII Legislatura inizierà a proiettarsi sulla sessione di bilancio che si aprirà in ottobre, e la speranza è che almeno in questo ambito i partiti rinuncino a porre veti e a imporre i propri manifesti elettorali per mettere al centro le esigenze dei cittadini.