Renzi ha scelto Calenda per il MISE: finalmente una figura di primo piano per il più importante dei ministeri. Riforme a parte, è sull’economia che il Governo e Renzi si giocano le loro carte. E Calenda potrebbe essere la scelta giusta.
Martedì 10 maggio 2016, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha ricevuto al Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri Matteo Renzi, su proposta del quale ha firmato il decreto di nomina di Carlo Calenda a Ministro dello Sviluppo economico.
Renzi è quindi cessato dalla carica assunta ad interim subito dopo le dimissioni di Federica Guidi, risalenti al 31 marzo scorso. Il decreto di nomina dovrà essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ma il nuovo Ministro è già nel pieno delle sue funzioni.
Carlo Calenda, una laurea in Giurisprudenza e un passato in Confindustria e Sky, rientra quindi in Italia a distanza di due mesi dalla sua partenza per Bruxelles.
Il 18 marzo scorso aveva infatti assunto la carica di Capo della Rappresentanza permanente d’Italia presso l’Unione europea, in sostituzione dell’ambasciatore Stefano Sannino, lasciando il suo precedente incarico di Viceministro dello Sviluppo economico, che ricopriva già nel Governo Letta. La sua nomina a Bruxelles aveva suscitato sorpresa e polemiche all’interno del mondo diplomatico italiano perché il premier Renzi aveva scelto di affidare – per la prima volta nella storia repubblicana – il ruolo di guida di una missione diplomatica ad un politico invece che ad un esponente della diplomazia.
Calenda ora torna al MISE in qualità di Ministro. Un salto di grado figlio del rapporto di fiducia che si è instaurato con il premier Renzi nel corso degli ultimi due anni e delle competenze dimostrate nello svolgimento del suo precedente incarico ministeriale: aveva le deleghe per il commercio estero, l’attrazione degli investimenti e l’internazionalizzazione; sotto la sua direzione il MISE aveva organizzato 18 missioni imprenditoriali di alto livello e 14 missioni government to government.
La scelta di Calenda potrebbe essere positiva.
In primo luogo, perché con tutto il rispetto per Guidi, l’Italia potrebbe tornare ad avere un vero Ministro dello Sviluppo economico. Renzi sembra aver (finalmente) compreso l’importanza fondamentale del ruolo e delle funzioni del MISE, che deve essere messo nelle condizioni di operare al meglio se si vuole costruire una crescita economica stabile e caratterizzata da numeri diversi dai decimali. Il premier si è convinto del fatto che la sedia di via Veneto debba essere occupata da una figura di primo piano, che abbia la capacità e la credibilità di dare una visione di ampio respiro e di imprimere una nuova spinta alla politica economica del Governo.
In secondo luogo, nel breve periodo passato a Bruxelles, il neoministro ha destato buone impressioni all’establishment politico europeo, tanto che all’atto della sua nomina il Presidente della Commissione europea Jean-Claude Junker ha espresso il vivo auspicio che l’Italia mantenga il livello di dialogo instaurato grazie all’opera di un “ambasciatore” che tornerà a discutere (e trattare) in sede europea con il rango di ministro.
Speriamo che il Ministro Calenda si riveli all’altezza del compito assegnatogli. La vera chiave del successo politico di Renzi è, oltre al buon esito delle riforme, il rilancio della crescita economica in un Paese che sta ancora cercando, faticosamente, di uscire da lunghi anni di profonda crisi e di recessione.