L’Aula di Montecitorio ha approvato in via definitiva le direttive alla base del futuro Codice su volontariato e impresa sociale
È arrivato nella serata di mercoledì 25 maggio, con 239 sì e 78 no, il via libera definitivo della Camera al Disegno di Legge Delega per la riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e del Servizio civile.
Il provvedimento approvato al termine della sua terza lettura parlamentare dall’Aula di Montecitorio fissa le linee generali che dovranno essere seguite dal Governo, nei prossimi dodici mesi, al momento della redazione dei Decreti Legislativi che saranno alla base del futuro Codice del Terzo settore.
Il testo della Delega chiarisce, in primo luogo, cosa sia il Terzo settore, definendolo come il complesso degli enti privati costituiti con finalità solidaristiche che, senza scopo di lucro, realizzano attività d’interesse generale mediante forme di azione volontaria, gratuita o di mutualità. Sulla base di tale classificazione, dalla quale sono esclusi movimenti politici e sindacati, la riforma in esame introduce un insieme di misure tese a riorganizzare un settore allo stato attuale piuttosto disomogeneo.
Tra le novità di maggiore rilievo, si segnalano l’istituzione di un Registro unico e di un Fondo del Terzo settore (la cui dotazione sarà di 20 milioni di euro a partire dal 2017) presso il Ministero del Lavoro, la revisione del sistema dei Centri di servizio per il volontariato (che avranno l’obiettivo di fornire informazioni per rafforzare il ruolo dei volontari negli enti) e l’introduzione del Consiglio nazionale del Terzo settore come organismo di consultazione a livello nazionale. La Legge Delega, inoltre, dà vita alla Fondazione Italia Sociale, che avvalendosi di una dotazione iniziale di un milione di euro (previsione contestata dalle opposizioni) sarà chiamata a attrarre investimenti e iniziative filantropiche.
Da ultimo, sul piano del Servizio civile la riforma attribuisce a questo istituto un carattere universale e una finalità di difesa non armata della Patria, prevedendo che la sua frequenza (aperta a italiani e stranieri nella fascia di età 18-28 anni) dovrà essere compresa tra otto mesi e un anno.