Schiaffo di Madrid a Roma mentre Salvini spacca il M5S, in evidente affanno ai seggi. E FI si rinnova
Di LabParlamento
48 ore di fuoco tra apertura e chiusura dei seggi per il voto amministrativo ed il deflagrare del caso Aquarius, la nave della Ong Sos Mediterranee respinta dai porti italiani, che è in navigazione nel canale di Sicilia da tre giorni con 629 migranti a bordo, tra cui minori, bambini e donne incinte. In mezzo un secondo caso diplomatico sull’immigrazione, lo scontro Italia-Malta (dopo quello con la Tunisia) poiché La Valletta si era dichiarata “non competente” per consentire lo sbarco. Fino all’esito, solo per il momento finale, della tragica vicenda: il neo primo ministro socialista spagnolo, Pedro Sanchez, ha annunciato infatti che il suo Paese permetterà alla nave di attraccare a Valencia. Subito ringraziato dal premier italiano, Giuseppe Conte, perché la decisione va “nella direzione della solidarietà”. Mentre Matteo Salvini gongola: “Alzare la voce paga” guardando, però, con malcelata apprensione ad un’estate degli arrivi che è soltanto agli inizi.
In ogni caso, per Palazzo Chigi non si può dire che le cose siano risolte. Anzi. Il caso Aquarius, con la presa di posizione intransigente del ministro dell’Interno proprio mentre si votava, validata non si sa quanto a malincuore da Luigi Di Maio e Danilo Toninelli (cui sarebbe spettata la prima mossa in quanto alla guida delle Infrastrutture, cui fanno capo i porti,) ha avuto l’effetto di spaccare i Cinque Stelle, tra ala governista e movimentista con simpatie non nascoste per i diritti civili e sociali. Spaccatura resa eclatante dal post del sindaco M5S di Livorno, Filippo Nogarin, poi rimosso. Nogarin si era detto pronto ad accogliere “la nave Aquarius”. In seguito il sindaco ha spiegato: “Questa è una posizione mia personale come sindaco della città”. “Nel momento in cui mi sono reso conto che oggettivamente questo poteva creare dei problemi al governo mi è sembrato corretto rimuovere il post – ha aggiunto il primo cittadino in un video girato dal suo ufficio stampa -. Quella rimane comunque la mia posizione e credo di interpretare quella di una città che, rispetto a queste tematiche, ha sempre avuto una grande sensibilità”.
Peraltro gli stessi social, nelle ultime ore, si erano resi testimoni di un’ondata di proteste nei confronti della nuova politica “dura e pura” dettata dalla Lega (“Da oggi anche l’Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell’immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena a questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia”, il tweet del leader del Carroccio), cui si è accodata silente la linea M5S. “L’Europa deve battere un colpo, questa vicenda dimostra che siamo stati lasciati soli. Mentre noi siamo stati disposti per anni ad accogliere migliaia di migranti, Malta non è disponibile ad accogliere centinaia. Questa Europa non è solidale e o l’Ue diventa solidale o è un problema per il Paese”, la dichiarazione di Di Maio, ieri sera, dopo il vertice con Conte e Salvini.
Il tutto mentre, dalle urne esce un nuovo exploit proprio della Lega. Alle elezioni amministrative che si sono svolte ieri in 760 Comuni, tra i quali 20 capoluoghi di provincia, con oltre 6 milioni e mezzo di elettori al voto, il partito di Salvini ha trascinato infatti il centrodestra che si conferma in crescita mentre il M5S frena ovunque e in particolare a Roma, dove rimane fuori dai ballottaggi dei due municipi dove si è votato (tiene il centrosinistra rispetto alle ultime politiche). Per Di Maio, che fa il paragone con le precedenti amministrative e non con le politiche del 4 marzo, non si tratta di sconfitta; resta però evidente la difficoltà del Movimento, ora al Governo, di interfacciarsi con le iniziative, a volte roboanti, del vicepremier leghista che, al contrario di Di Maio, gode di assoluta unanimità interna al partito. Se ora è l’immigrazione il terreno di polemica, sarà interessante osservare cosa accadrà quando arriveranno sul tavolo di Conte i problemi economici e la parallela necessità di mantenere le promesse elettorali su fisco, pensioni e disagio sociale.
Intanto, Forza Italia (di cui è proseguito il calo alle urne) prova a rinnovarsi. “Un vicepresidente, una consulta di personalità e i giovani sui social”: in una lettera al Corriere della Sera, Silvio Berlusconi, ha tracciato il quadro del nuovo partito.
Dopo l’estate, annuncia, “si riunirà un congresso dei giovani azzurri, che in condizioni di massima apertura a tutti sperimenterà forme nuove, fin qui mai utilizzate, di partecipazione e di scelta dal basso del personale politico. E soprattutto costituirò una Consulta del presidente, a cui inviterò a partecipare tutte le energie e le personalità migliori del Paese, che, anche se non iscritte a Forza Italia, vorranno contribuire a formare una classe dirigente seria, competente, di buon senso, che sia in grado di affrontare, in modo concreto e non soltanto a parole, le sfide difficili che il nostro Paese sarà chiamato a superare a breve, dopo il fallimento di questo governo contro natura, non votato dagli italiani, pieno di contraddizioni destinate a farlo implodere”.
Non a caso, ancora una volta, un attacco al M5S mentre “si salva Salvini”, il cui appoggio è ormai decisivo, quasi ovunque, a livello locale.