Tra gli argomenti oggetto di revisione: bilancio, debito, finanza e spesa pubblica.
Di Maria Carla Bellomia
E’ arrivata, nella serata di ieri, l’approvazione, in sede di Consiglio dei Ministri, del disegno di legge sul Rendiconto generale dell’Amministrazione dello Stato, dopo che la Corte dei Conti ha espresso, nei giorni scorsi, il suo giudizio di regolarità (o parificazione) sullo stesso documento per l’esercizio finanziario 2017. Presieduta dal suo Presidente Angelo Buscema, la Corte ha riferito al Parlamento, così come previsto dall’art. 100, secondo comma della Costituzione, sul risultato dei riscontri macroeconomici eseguiti nella relazione che accompagna il giudizio di parificazione ed ha espresso valutazioni d’insieme sulle politiche dello Stato in materia di entrata e di spesa, concludendo in questo modo il ciclo annuale dei controlli demandati alla Corte dalla nostra Costituzione.
I dati del Rendiconto (Conto del bilancio e Conto del patrimonio) sono stati presentati insieme a quelli del Conto economico dello Stato dai quali è emerso una sostanziale stabilità per quanto riguarda le entrate del 2017, nel quadro di una generale tendenza di tenuta dei conti pubblici: con oltre 582 miliardi di euro affluiti nelle casse dello Stato, l’incremento rispetto al 2016 è stato dello +0,3 per cento, a seguito di una crescita più significativa che si era invece registrata nel precedente biennio.
Sul fronte della spesa, si evidenzia una forte crescita della spesa complessiva – prevalentemente dovuta alla necessità di affrontare la crisi finanziaria di aziende bancarie e grandi gruppi industriali – a fronte di una spesa corrente che cresce invece a tassi molto contenuti e di una corrispondente riduzione di quella in conto capitale: tra le voci più ingenti di spesa c’è quella legata all’immigrazione che con un importo complessivo pari a 4,1 miliardi, ha quasi raddoppiato l’importo registrato nell’esercizio precedente per l’accoglienza ai migranti.
I 39,7 miliardi per il 2017 di indebitamento netto del conto delle Amministrazioni pubbliche – saldo sul quale si concentra la maggiore attenzione dei documenti programmatici di bilancio e che è oggetto di controlli in sede europea – sono interamente imputabili, come sottolineato dal presidente di coordinamento delle sezioni riunite Ermanno Granelli, alle amministrazioni centrali (e quindi allo Stato) mentre risultano in attivo i conti delle Amministrazioni locali e quelli degli Enti di previdenza, con rispettivamente, di 677 milioni e di 2,3 miliardi, a fronte di un disavanzo delle amministrazioni centrali di 42,7 miliardi.
Sono infatti proprio gli Enti di previdenza, i maggiori contributori della pur limitata dinamica espansiva della spesa pubblica (aumento della spesa totale dell’1,5%), mentre la spesa totale dello Stato ha segnato un andamento più contenuto , a causa, tra gli altri fattori, dei tagli agli stati di previsione dei Ministeri e alle misure di contenimento e razionalizzazione degli acquisti di beni e servizi.
Preoccupazioni sono state poi espresse dalla Corte per i livelli di evasione particolarmente elevati in Italia, rispetto a quelli registrati nei principali paesi europei: con 9,6 miliardi di tasse mai riscosse, la Corte ha chiesto con urgenza l’applicazione di misure tra loro coordinate e coerenti, quali quelle normative, tecnologiche e amministrative per far fronte alle minori entrate dovute all’evasione fiscale.
Inoltre, nonostante la ripresa della crescita economica e un migliore quadro occupazionale, resta rilevante lo scostamento che l’Italia presenta, da tempo, rispetto ai maggiori Paesi dell’Area dell’euro, oltre ai numerosi fattori di incertezza che incombono sullo scenario macroeconomico del Paese e che contribuiscono alla sua instabilità.
Infine, dalla procura generale della Corte dei conti è arrivata un’apertura sul reddito di cittadinanza, riconosciuto come “un diritto importante a sostegno delle fasce maggiormente colpite dalla recente prolungata crisi occupazionale”.
Alla Relazione che accompagna la parificazione del Rendiconto seguirà a breve la presentazione presso la Camera dei Deputati, il prossimo 12 luglio, del Rapporto annuale sul coordinamento della finanza pubblica 2018 .