Con il provvedimento votato a Montecitorio, chi inciterà alla discriminazione negando la Shoah rischia una condanna da 2 a 6 anni
Nella giornata di mercoledì 8 giugno 2016, l’Aula della Camera ha approvato in via definitiva con 237 sì, 5 no e 102 astenuti il Disegno di Legge che introduce nella normativa italiana l’aggravante del negazionismo per le condotte che incitano alla discriminazione, all’odio o alla violenza su base etnico-razziale.
Il provvedimento, giunto al termine del proprio iter parlamentare a oltre un anno di distanza dalla sua presentazione in Senato, modifica l’articolo 3 della Legge 654/1975 (cosiddetta Legge Mancino) di ratifica della Convenzione di New York del 1966 sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale, prevedendo che sia punita con la reclusione da due a sei anni l’istigazione ad assumere condotte discriminatorie fondate sulla negazione della Shoah o dei crimini contro l’umanità definiti dallo Statuto della Corte Penale Internazionale.
L’articolato ha ricevuto il voto favorevole di Partito Democratico, Forza Italia, Area Popolare e Scelta Civica, mentre hanno scelto la strada dell’astensione (dovuta a perplessità sui connotati giuridici del testo, esito di quattro passaggi complessivi in Parlamento) Movimento 5 Stelle, Sinistra Italiana, Lega Nord e Fratelli d’Italia.