Roma prima per numero di imprese digitali, ma a Milano si registra il numero maggiore di addetti. Abruzzo, Puglia e Campania sul podio per numero di nuove aziende e-commerce. Piccole province al top nelle vendite Internet e grandi città in stallo
Cresce il commercio online in Italia, un nuovo tessuto produttivo costituito da quasi 20 mila imprese e che occupa 29 mila addetti in tutto il Belpaese, un balzo del +13% in un solo anno.
Sono 19.710, nello specifico, le imprese italiane dedite al settore del commercio online, in crescita del +68% in cinque anni. Un’impresa su quatto tra chi si occupa di vendita su Internet è giovane (25%) e circa il 10% è in mano a imprenditori nati all’estero.
Sono questi alcuni dei principali indicatori emersi da un’elaborazione della Camera di commercio di Milano Monza Brianza Lodi sui dati del Registro delle imprese del 2018. Le sorprese, tra numeri e tabelle, non mancano.
Lombardia regina dell’e-commerce con Milano al primo posto con 1.597 imprese (+ 16% rispetto ai valori del 2017 e quasi 5 mila addetti, + 22% nel 2018), seguita da Brescia (464 imprese, + 21%), Bergamo e Monza Brianza (con oltre 300 imprese ciascuna, +10% circa).
I maggiori occupati nel commercio elettronico, rispetto agli anni precedenti, si registrano in Lombardia (7 mila, circa un quarto), Lazio e Umbria (un decimo ciascuna). Se Roma è prima per imprese (1.726 sedi, +13%) seguita da Milano (1.597, +16%), Napoli (1.487, +16%) e Torino (798, +14%), il capoluogo meneghino concentra il maggior numero di addetti (quasi 5 mila, + 22%) seguito da Perugia (2.547 addetti). Imperia è prima per numero degli imprenditori nati all’estero (circa uno su tre) e Potenza per peso delle imprese giovani (circa una su due).
Mentre tutto il resto del Paese cresce, si registra il dato in controtendenza di Bologna, che perde la metà delle sue imprese rispetto a cinque anni fa, seguita da Venezia e Latina (che perdono entrambi il 35%).
Aggiungendo all’analisi della Camera di Commercio di Milano anche i dati elaborati da InfoCamere per Unioncamere emerge come il ‘boom’ delle imprese di vendita via Internet corrisponde quasi alla perfezione all’intero saldo del settore del commercio nell’arco degli ultimi sei anni, sintomo di una sostituzione progressiva delle tradizionali filiere commerciali con il mondo digitale.
Confrontando infatti il segmento delle vendite Web con l’intero mondo del commercio, tra il 2009 e il 2015 le imprese della vendita al dettaglio attraverso Internet sono aumentate di 8.994 unità, pari ad una crescita del 151,6% (in media il 25,3% all’anno). Nello stesso periodo, l’insieme del settore del commercio al dettaglio “tradizionale” – poco più di 870mila aziende – ha “guadagnato” solo 7.170 imprese, pari ad una crescita dello 0,8% nell’arco dei sei anni. L’intera crescita del commercio nazionale, in definitiva, si rispecchia nel saldo di quelli che hanno scelto il web come nuova forma imprenditoriale.
A guidare la corsa del commercio virtuale sono gli imprenditori abruzzesi (+260% di nuove imprese), seguiti da quelli pugliesi (+218%) e da quelli campani (+202%). Un mix di innovazione e identità territoriale che, se opportunamente sostenuto a livello legislativo e formativo, potrà rappresentare il futuro occupazionale di intere generazioni.