Il Governo ha trasmesso al Parlamento otto testi legati alla riforma dell’istruzione. Focus su formazione del personale, inclusione scolastica e prove di esame.
di Nicola Orrù
Il Consiglio dei Ministri del 14 gennaio ha approvato in via preliminare, sotto le indicazioni della neo ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli, otto decreti legislativi attuativi della cosiddetta Legge “Buona Scuola” (legge 13 luglio 2015, n. 107).
I provvedimenti sono stati inviati alle Commissioni parlamentari competenti e alla Conferenza Unificata, per l’acquisizione dei rispettivi pareri.
Le modifiche apportate interessano tutti i comparti del mondo dell’istruzione: dagli asili alla formazione primaria e di secondo grado, fino alla scuola italiana all’estero.
In sintesi, a favore di uno snellimento delle pratiche burocratiche si delinea la costituzione di un “Sistema di formazione iniziale e di accesso”, in virtù del quale, ai fini dell’abilitazione all’insegnamento nelle scuole secondarie di I e II grado, è previsto un concorso post-laurea. Coloro che lo supereranno avranno diritto a partecipare a un percorso di formazione della durata di tre anni.
Sul fronte del sostegno agli alunni in difficoltà o con particolari deficit cognitivi, le nuove misure prevedono un raddoppio dei CFU (da 60 a 120) per gli insegnanti di sostegno, i quali dovranno accompagnare l’alunno affetto da disabilità per l’intero ciclo scolastico.
Tra le novità, particolare importanza rivestono: il potenziamento del diritto allo studio, per mezzo dell’erogazione di borse di studio in favore degli studenti degli ultimi due anni di scuola superiore (grazie a un investimento di 10 milioni di euro); la promozione della cultura umanistica attraverso un’apertura a soggetti esterni, pubblici e privati, attivi nell’ambito della produzione artistica; il sostegno agli istituti nazionali all’estero, tramite un rafforzamento dell’organico con l’ingresso di nuovi insegnanti aventi un profilo professionale specifico.
Infine, verranno aggiornate, dal 2018, le modalità dei test Invalsi e degli Esami delle scuole secondarie di primo e secondo grado. Riguardo la media, è confermato l’Invalsi per le terze classi, non più alla fine ma nel corso dell’anno.
L’esame di Stato, invece, passerà da tre a due prove scritte, prima della prova orale. Inoltre, peseranno sulla valutazione finale anche le attività svolte durante l’alternanza Scuola-Lavoro.