“Da quando è esplosa – ha detto Mario Draghi in Senato l’epidemia, ci sono stati — i dati ufficiali sottostimano il fenomeno — 92.522 morti, 2.725.106 cittadini colpiti dal virus, in questo momento 2.074 sono i ricoverati in terapia intensiva”. Anzi no, sono due milioni o forse duecentomila. Il presidente del Consiglio in pectore, forse per l’emozione, perde il filo del discorso. Capita di sbagliare sui numeri, quando si leggono. Certo da Mario Draghi uno non se lo aspetta. In ogni caso l’ex presidente della Bce si rifà più tardi, sciorinando bene le cifre e parlando di povertà.
“I dati dei centri di ascolto Caritas,che confrontano il periodo maggio-settembre del 2019 con lo stesso periodo del 2020,mostrano che da un anno all’altro l’incidenza dei “nuovi poveri” passa dal 31% al 45%: quasi una persona su due che oggi si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta.
Tra i nuovi poveri aumenta in particolare il peso delle famiglie con minori, delle donne, dei giovani, degli italiani,che sono oggi la maggioranza (52% rispetto al 47,9 % dello scorso anno) e delle persone in età lavorativa, di fasce di cittadini finora mai sfiorati dall’indigenza”.
Per tutta questa tragedia che stiamo vivendo esiste un responsabile: “siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore“, dichiara ancora Mario Draghi a microfoni accesi. Ecco perché occorre “proteggere il futuro dell’ambiente, conciliandolo con il progresso e il benessere sociale, richiede un approccio nuovo: digitalizzazione, agricoltura, salute, energia, aerospazio, cloud computing, scuole ed educazione, protezione dei territori , biodiversità, riscaldamento globale ed effetto serra, sono diverse facce di una sfida poliedrica che vede al centro l’ecosistema in cui si svilupperanno tutte le azioni umane”.