I senatori a vita non devono più votare la fiducia. È scritto nero su bianco in una proposta di legge costituzionale presentata dai senatori Ignazio La Russa e Alberto Balboni dal titolo “Modifica all’articolo 59 della Costituzione in materia di esercizio del voto di fiducia da parte dei senatori a vita”. “La disposizione che prevede la presenza, in Senato, di alcuni componenti non elettivi costituisce una deroga al principio fissato dall’articolo 58 della Costituzione”. Nello specifico sarebbe inopportuno attribuire potere di voto a chi non è confortato dall’elezione popolare, consentendo di fatto ai senatori a vita di contribuire o addirittura essere determinanti nella nascita o nella fine di “un governo che, per sua natura, dipende da un’adesione dei senatori non legata al merito di singoli provvedimenti bensì all’adesione complessiva ad un determinato schieramento politico”.
“Soprattutto – si legge nella proposta di legge – negli ultimi decenni, in situazioni di maggioranze politiche non ampie, è emerso come i senatori a vita possano condizionare gli esiti delle votazioni in Senato, dando luogo a evidenti distorsioni politico istituzionali”.
Secondo La Russa e Balboni “non ci si può sottrarre ad una serie di ragionevoli interrogativi circa la compatibilità di questo peso decisivo con una forma di governo che, invece, affonda le sue radici nel principio della rappresentatività e nella responsabilità politica di ogni parlamentare che è e deve essere espressione di una scelta diretta del popolo”.
Della serie meglio senatori fedeli e manovrabili che imprevedibili senatori che pur hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario.