Dalle parole si passi subito ai fatti. A chiederlo sono le Regioni e le Province Autonome in una bozza di documento che nelle prossime ore sarà consegnato nelle mani del neo premier Mario Draghi.
“Le Regioni e le Province Autonome hanno appreso con favore che il Governo abbia messo quale primo punto della sua agenda un cambio di passo nella gestione dell’emergenza e della campagna vaccinale, nella consapevolezza che essa rappresenta un obiettivo fondamentale non solo per la tutela della salute di tutti i cittadini ma anche per il rilancio economico e la coesione sociale del nostro Paese”.
Proprio per questo, si legge nel documento, gli Enti Locali hanno preparato un dossier con sei proposte urgenti da mettere in campo prima possibile. In primo luogo “le Regioni e le Province autonome ritengono priorità assoluta la campagna vaccinale. Il meccanismo sta andando troppo a rilento, e questo non per disguidi organizzativi, strutture o, in questa fase, per indisponibilità della popolazione: il problema adesso risiede nell’approvvigionamento delle dosi, che dipende dal Governo”.
“Spetta al Governo, quindi, impostare la nuova strategia per reperire un numero di dosi vaccinali adeguato e, a tal proposito, le Regioni e le Province autonome assicurano la loro più totale disponibilità, nelle forme e nei modi che si riterranno opportuni, a collaborare. In relazione all’esigenza di acquisire un maggior numero di vaccini, inoltre, sarebbe auspicabile e urgente una valutazione circa il diretto coinvolgimento delle nostre aziende nel processo produttivo, tenendo presente che vi sono aziende e filiere nazionali in grado di realizzare alcune fasi della produzione. Si ritiene, inoltre, necessario anche cogliere l’occasione per valutare il riposizionamento sul piano industriale delle aziende produttrici sia per l’Europa sia per l’Italia”.
Poi le misure economiche: “al fine di garantire certezza al Paese sulle misure che investono le attività economiche e la vita dei cittadini, è necessario rivedere la tempistica per l’adozione dei provvedimenti di classificazione delle zone e delle relative ordinanze. Occorre che siano conosciute con congruo anticipo dai cittadini e dalle imprese dei diversi territori regionali. Occorre, altresì, poter procedere ad una programmazione delle attività anche attraverso una diversa organizzazione dell’esame dei dati della cabina regia, delle ordinanze e della relativa decorrenza”.
Quanto alle metodologia individuata per imporre le chiusure, “si ritiene indispensabile procedere ad una revisione dei parametri e alla contestuale revisione del sistema delle zone, nel senso della semplificazione, che passi funzionalmente anche da una revisione dei protocolli per la regolazione delle riaperture, in senso anche più stringente laddove necessario. Occorre in questa fase un cambio di passo che consenta di coniugare le misure di sicurezza sanitaria con la ripresa economica e delle attività sociali”.
Quarto punto è “individuare una strategia che si fondi su elaborazioni oggettive tecnico scientifiche sulla base delle quali la politica si assumerà la responsabilità della decisione. Occorrono misure nazionali di base omogenee, come avviene nel resto del mondo, che superino l’attuale zonizzazione, salvo prevedere misure più stringenti per specifici contesti territoriali laddove i parametri rilevino significativi scostamenti. Le limitazioni generali e quelle specifiche dovrebbero in ogni caso tener conto dell’analisi dell’esperienza sin qui condotta, valutando le restrizioni che si sono rivelate più o meno efficaci, al fine di poter meglio soppesare quali attività sia necessario chiudere o limitare anche con protocolli aggiornati”.
Infine, il tema degli indennizzi. “In via strutturale, lo stesso provvedimento che introduce restrizioni per il Paese e poi restrizioni particolari per singoli territori, deve anche attivare gli indennizzi e salvaguardare le responsabilità, garantendo la contestualità a prescindere da chi adotta il provvedimento. A tal riguardo, si rende opportuno l’ampliamento della cabina di regia ai Ministri dello Sviluppo economico e dell’Economia al fine di dosare gli impatti delle decisioni sui cittadini e le imprese. È necessario, inoltre, condividere maggiormente i provvedimenti e garantire sempre i risarcimenti sia nel caso di provvedimenti restrittivi di livello nazionale che regionale. In questo contesto appare assolutamente necessario procedere ad un chiarimento sulle competenze statali e regionali al fine di allinearne la tempistica e la relativa efficacia”.
Ultimo capitolo la scuola: “nel quadro della situazione epidemiologica generale e territoriale, sarebbe necessario qualificare l’attività scolastica (al pari delle altre attività) con un’apposita numerazione di rischio. Occorre, in ogni caso, implementare le forme di congedo parentale nonchè prevedere ulteriori risorse economiche a sostegno dei genitori, nel caso di chiusura delle scuole di ogni ordine e grado per aggravamento della situazione epidemiologica”.