di V. Sor
La federazione di categoria di piloti e assistenti di volo ha comunicato lo svolgimento, il prossimo 1 marzo, di un sit-in di lavoratori Alitalia davanti alla sede Inps di Roma Eur, per protestare contro presunti ritardi nella erogazione delle integrazioni salariali. L’annuncio arriva il giorno dopo le dichiarazioni del Commissario straordinario, Giuseppe Leogrande che, nell’incontro con i sindacati, comunica le difficoltà della compagnia di pagare entro i termini, gli stipendi di febbraio. Il ritardo sarebbe causato dal mancato via libera di Bruxelles ai ristori Covid. La società aerea più importante del Paese avrebbe quasi esaurito la sua liquidità e sarebbe in attesa di ricevere una terza trance di aiuti, pari a 55 milioni di euro, rispetto ai 350 previsti come ristoro per i danni della pandemia.
Tutto questo mentre il Segretario generale della UIL Trasporti, Claudio Tarlazzi, e il segretario nazionale per il trasporto aereo, Ivan Viglietti invitano il Governo Draghi a spiegare all’Europa l’urgenza dei ristori: gli aiuti promessi servono a pagare stipendi e fornitori ed è ormai improrogabile che l’Esecutivo acceleri la nascita della nuova compagnia di bandiera.
Tutti sintomi evidenti di una crisi senza fine, che Alitalia attraversa da decenni, per malagestione e spreco di denaro pubblico: la principale compagnia aerea italiana, dall’anno della sua nascita, nel lontano 1947, con il nome di Linee Aeree Italiane , ha subito frequenti passaggi di mano e cambi di identità: negli anni 2009-2014, è stata trasformata, per bancarotta, in Compagnia Aerea Italiana (CAI) e poi, nel 2015 rifondata, sotto l’egida di Etihad Airways, con il nome di Società aerea Italiana (SAI). Anni di sprechi e malagestione hanno danneggiato un’azienda che, con la sua flotta di aerei, vola in Italia, Nord America, Medio Oriente ed Europa ed è seconda, nel Paese, soltanto alla irlandese Ryanair. I frequenti passaggi di mano e cambi di identità degli ultimi anni non ne hanno mai risollevato le sorti: dopo fasi alterne, dalla primavera del 2017 a oggi, la compagnia ha continuato a perdere soldi e a risucchiare i “prestiti ponte” forniti dai Governi.
Il 2 maggio 2017 il governo Gentiloni ha attivato l’amministrazione straordinaria e concesso un prestito di 900 milioni di euro in due tranche. Ben tre i commissari nominati dall’Esecutivo: Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari. Nel 2018, poi, con la regia delle Fs, la partecipazione di Atlantia ed il partner internazionale, Delta, si è avviata una nuova operazione di sistema, conclusa con l’arrivo, a dicembre 2019, di un nuovo commissario, Giuseppe Leogrande.
Superata la terna dei commissari nominati dal Ministro dello Sviluppo Economico del Governo Conte 2, il Commissario unico deve affrontare la grave crisi generata anche dalla pandemia. Nel vertice del prossimo 26 febbraio, i neonominati Ministri dello Sviluppo economico, dei Trasporti e dell’Economia, proverranno a trovare una soluzione. I titolari del Mise, Giancarlo Giorgetti, del Mit, Enrico Giovannini e forse del Tesoro saranno chiamati alla loro prima difficile sfida, il dossier Alitalia, sempre in stallo,e la nuova Tai, Trasporto Aereo Italiano, che doveva decollare nei primi mesi del 2021.Si lavora al piano industriale mentre il Commissario Giuseppe Leogrande continua a chiedere soldi per pagare gli stipendi. Al nuovo Esecutivo Draghi la soluzione di problemi che sembra non finiscano mai!