Un Sanremo intimo, insolito, ma prima serata ottimamente portata a termine. Certo, i dati di ascolto non sono quelli che fanno urlare al “boom”, ma comunque un buon esordio. Otto milioni e 400mila i telespettatori che dalle ore 20.30 si sono sintonizzati su Rai Uno, per una media del 46% di share.
Buona come sempre l’armonia tra i due mattatori Amadeus e Fiorello, amici e fratelli, che hanno saputo districarsi in una situazione non facile, anzi, davvero difficile, sapendo ben giocare (almeno inizialmente, poi un po, alla lunga, la tiritera di fiori e buste igienizzate ha “stonicchiato”, ma mai quanto Diodato nella prima uscita) con un Teatro Ariston deserto.
È stata una serata di musica, di leggerezza, toccasana per un’Italia drammaticamente ferita dalla pandemia, che ancora sta cercando di fasciarsi le ferite per evitare che sanguinino ulteriormente. Passiamo subito all’analisi delle canzoni. Eccellenti le nuove proposte: quattro canzoni orecchiabili, personaggi indovinati, capaci di stare sul palco, anche in una circostanza così anomala.
Passano i due brani che personalmente, chi vi scrive, preferiva: Gaudiano, con “Polvere da sparo” e Folcast, con “Scopriti”. Poi i big, le cui esibizioni purtroppo si sono concluse a notte fonda, e per notte fonda intendiamo quasi le due. Partiamo da una nota di colore: chi vuole provare a raccontarvi il Festival un po è di parte. Segue, tifa e ama Annalisa oramai dagli albori, da quando, con una frangetta rossa e un maglione, si presentò ad Amici di Maria De Filippi. Non ce ne vogliate, ma “Dieci” è un pezzo che spacca. Lei sempre al top sul palco, una voce da brivido, un brano che si lascia ascoltare, un look sexy a livelli astronomici. Primo posto provvisorio totalmente meritato.
Piace anche la nuova Noemi, dimagrita, anche molto, ma sempre bella, soprattutto perché le si legge negli occhi la tranquillità e la pace interiore. Il pezzo ci piace. Sufficienza stiracchiata per la Michielin e Fedez. Classicissimo sanremese per Renga, che comunque non ne toppa una. Innovativo e originale Max Gazzè, esplosivi i Maneskin, troppo urlato e nuovo idolo dei meme dei social Aiello.
Gli ospiti: travolgente la Divina Loredana Berté, per lei gli anni non passano. Rock è nata, rock è oggi, rock rimarrà a vita. Carino il siparietto di Zlatan Ibrahimovic, che portandosi dietro il suo ego smisurato ha ricordato ad Amadeus quanto sia di prestigio e un onore per la kermesse la sua presenza (quella di se stesso).
Sublime, peccato l’ora tarda, l’esibizione della Banda della Polizia di Stato accompagnata da Stefano Di Battista, eccellenza italiana nel mondo.
Come dicevamo in premessa, gli ascolti non sono stati da urlo. Una media sicuramente in ribasso rispetto agli anni scorsi, nonostante il coprifuoco notturno in teoria avrebbe dovuto aumentare il pubblico presente davanti la Tv. Frutto anche di una campagna “anti-Sanremo” che sempre, ciclicamente, parte sui social, vuoi perché la disperazione delle persone è talmente forte che non avevano voglia di vedersi il Festival, vuoi anche perché cinque ore e un po di più di maratona-spettacolo sono tante, il numero di telespettatori non è stato quello di sempre.
Non è un flop, sia ben chiaro. Ma è chiaro che i 10 milioni e oltre dello scorso anno non sono stati replicati. Staremo a vedere in queste serate, se il duo Ama-Fiore, riuscirà a riconfermare il trionfo dello scorso anno o il bis si rivelerà un non successo.