Oltre 14 milioni di visitatori in meno rispetto a gennaio 2020, pari all’80% di contrazione dei flussi turistici in Italia. A presentare questi dati è una stima dell’Istituto Demoskopika in attesa dei dati ufficiali dell’Istat su base regionale. Il dossier sottolinea che la perdita nel 2020 è stata di oltre 20 miliardi di spesa turistica. Sono cinque i sistemi turistici regionali più colpiti: Veneto, Toscana, Lombardia, Lazio e Emilia-Romagna.
Guardando all’anno appena trascorso, secondo Demoskopika, nel 2020 l’emergenza Covid-19 avrebbe provocato effetti devastanti sul turismo italiano: ben 232 milioni di presenze in meno e oltre 67 milioni di arrivi con una contrazione rispettivamente del 53,1% e del 51,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
In picchiata anche la spesa turistica, con una rilevante flessione pari a poco più di 20 miliardi di euro il cui 73% è concentrata in sei sistemi turistici regionali: Veneto, Toscana, Lombardia, Lazio, Emilia-Romagna e Trentino-Alto Adige. E, intanto, anche il mese di gennaio 2021 registra una battuta d’arresto tanto allarmante quanto prevedibile: 14,4 milioni di pernottamenti e 4,8 milioni di turisti in meno con una variazione negativa pari a circa l’80% rispetto allo stesso mese del 2020.
“Se si vuole fronteggiare efficacemente l’emergenza sanitaria – dichiara il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio – la politica deve avere il coraggio di fare scelte precise. L’Italia presenta una gestione del turismo caratterizzata da una rilevante frammentazione delle competenze che genera un coordinamento delle politiche sul comparto assolutamente inadeguato. E, così, da una parte, lo Stato centrale vara documenti strategici senza coperture finanziarie mentre, dall’altra, le Regioni, forti dell’attribuzione costituzionale del turismo quale materia di competenza esclusiva, non di rado si sentono legittimate a programmare il turismo in una giungla normativa e attuativa”.
Nei dodici mesi del 2020, Demoskopika stima una diminuzione di oltre 67 milioni di arrivi pari a una flessione del 51,3% rispetto allo stesso arco temporale del 2019 che hanno ridotto di quasi 232 milioni i pernottamenti nel sistema alberghiero ed extra-alberghiero italiano. Una flessione generata prioritariamente dalle destinazioni regionali che, presentando un elevato livello di internazionalizzazione turistica, risentono più delle altre della rilevante contrazione dei turisti stranieri.
Analizzando, in particolare, il quadro per singolo sistema turistico regionale emerge che il Veneto avrebbe ridotto gli arrivi di 12,2 milioni (-60,4% rispetto al 2019) e le presenze di 44,5 milioni (-62,4% rispetto al 2019). A seguire, in valore assoluto, Lombardia con una contrazione pari a 9,5 milioni di arrivi (-54,2%) e 22,4 milioni di presenze (-55,4%), Toscana con una riduzione pari a 8,3 milioni di arrivi (-58,0%) e 28,7 milioni di presenze (-59,8%), Lazio con una riduzione pari a 6,6 milioni di arrivi (-51,7%) e 19,9 milioni di presenze (-51,0%) e l’Emilia-Romagna con una riduzione pari a 6,1 milioni di arrivi (-52,9%) e 23 milioni di presenze (-57,1%). Da evidenziare che, in chiave percentuale, è la Sicilia a presentare tra i “conti più salati”, preceduta solo dal Veneto: meno 3 milioni di arrivi e meno 9 milioni di presenze con un calo rispettivamente pari al 58% e al 59,6% rispetto ai dodici mesi del 2019.