Ultimamente mi sono sentita chiamare leonessa e non di certo per la mia chioma dorata. Leonessa perché non ho paura, forse non ne ho mai avuta perché sono donna e sono madre. Leonessa perché mi sono sempre battuta per emergere in questo mondo che a tutt’oggi rende faticoso a noi donne potere portare avanti sogni, rivendiche e diritti. Ma io non sono una leonessa che azzanna per mangiare. Sono una donna madre, imprenditore e separata!
Lo Stato mi ha abbandonato tante volte e continua ad abbandonarmi tutti i giorni. Mi ha abbandonato quando sono diventata madre e quando sono stata male perché ho scelto di fare l’imprenditore e non ho potuto godere di ammortizzatori sociali, mi ha abbandonato quando dovevo dedicare tempo a mia figlia poiché non potevo mancare dal lavoro. Mi ha abbandonato quando ho subito le limitazioni del Covid poiché come imprenditore ho avuto serie difficoltà a percepire quei miserabili aiuti che non sono degni della mia altezza di Donna!
Mi ha abbandonato quando ha lasciato mia figlia a casa con la Dad poiché ho dovuto scegliere tra lei ed il lavoro ed io ovviamente ho scelto lei. Infine, mi ha abbandonato quando ho chiuso i miei sogni fermando per sempre la mia impresa. Sembra quasi una storia drammatica poiché ho perso tutto, non so ancora come ricostruire il mio futuro a 49 anni, non so come pagare i debiti derivanti dalla cessazione della mia azienda, non so come garantire il futuro alla mia famiglia!
Si è proprio una storia triste, ma non per me e sai perché? Perché sono donna e madre, bella dentro e fuori, tenace e pragmatica, fragile e forte, piccola e immensa… Per questo vado a Roma il 10 marzo, perché sarò in prima linea ad argomentare ciò che è giusto e sono certa che vincerò rivendicando diritti di uomini e donne!
Si la natura ha ragione: la grinta delle donne è quella delle leonesse per cui, per favore, non etichettateci più come donne con gli attributi, poiché a noi non manca nulla. Già siamo DONNE.
Barbara Cannata