di V.Sor.
Sono passati pochi giorni dall’8 marzo che quest’ anno è stato accompagnato da riflessioni e dibattiti sull’occupazione femminile e sui motivi che, ancora oggi, dopo le tante battaglie e rivendicazioni del passato, penalizzano le donne nel mondo del lavoro: ancora poche, anche se in aumento, le donne con ruoli dirigenziali in aziende pubbliche o private o nella politica e nelle istituzioni; ancora enormi le differenze di reddito tra uomini e donne. Il Recovery Plan Italia 2.0 sembra ormai prendere forma ma molti hanno già un’idea precisa: il Green e il Digitale, parole chiave del programma di rilancio con i fondi del Next Generation EU, privilegiano settori a prevalente occupazione maschile. Il sostegno alla parità di genere, che il Governo ha considerato principio ispiratore di molti nuovi progetti, è ancora vago. I finanziamenti stanziati non sembrano sufficienti perun cambiamento vero nel mondo del lavoro femminile. Prende forma il rischio che l’occupazione delle donne peggiori o comunque resti senza un paracadute, nonostante le buone intenzioni del nuovo Esecutivo.
Per far si che le promesse non cadano nell’oblio e che si passi dalle parole ai fatti, l’associazione Donne per la Salvezza, nell’ audizione del 10 marzo scorso davanti alla Commissione Lavoro pubblico, privato e previdenza sociale del Senato, ha presentato le sue proposte di modifica al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Obiettivo dell’Associazione, si legge nel documento presentato in Senato, è realizzare un reale ed equo bilanciamento di genere, favorire lo sviluppodell’occupazione e dell’imprenditoria femminile e creare una rappresentanza paritaria. Essenzialediventa lo stimolo alla crescita del Paese e al superamento delle disparità di potere e opportunità. Le azioni concrete proposte vorrebbero ridurre il Gender Gap nel paese e produrre un impatto positivo in termini socio economici e reputazionali nel sistema Italia. Tra queste, l’eliminazione del Pay-Gap, il sostegno al reddito delle lavoratrici madri, il congedo parentale ed il congedo di paternità obbligatorio, la conoscenza delle misure esistenti volte ad incentivare l’assunzione delle donne. Le misure di agevolazione e accesso al credito per le imprese femminili, la conciliazione vita-lavoro anche per le libere professioniste e gli incentivi alle donne nelle professioni devono fare dell’occupazione al femminile il volano del rilancio dell’economia nazionale. L’Associazione propone l’introduzione di quote minime di rappresentanza nei livelli di top e middle management e l’istituzione di una commissione bicamerale per la valutazione e monitoraggio dell’impatto di genere.
La possibilità di accedere ai fondi del Next Generation EU è per l’Italia la grande occasione per recuperare l’estremo ritardo nella riduzione del gender gap e nella realizzazione di una società giusta e paritaria. Con riferimento al PNR,si condividono alcuni principi ispiratori come la parità di genere elevata a priorità trasversale e criterio di valutazione dei progetti. Viene tuttavia evidenziatala necessità di quantificare gli investimenti all’occupazione femminile e la realizzazione di una piattaforma di Business Intelligence che integri le statistiche di genere e i dati resi disponibili ad oggi in modo frammentario da più fonti.
Misure a favore di un reale e definitivo superamento del gender gap a tutti i livelli ma ancora lontane dalla realizzazione.