Fa sorridere o forse piangere il fatto che in epoca di pandemia e vaccini il sito del ministero della Salute sia ancora non sicuro. E non è solo un problema di immagine. In pieno Covid chi cerca informazioni o rassicurazioni sulle proprie ansie sanitarie si trova ancora di fronte un “non sicuro”. Non è ammissibile per un Paese normale.
Nelle stesse condizioni è il sito istituzionale del Senato della Repubblica: non sicuro. Ricordiamo che https è la sigla che appare nell’URL quando un sito web è protetto da un certificato SSL/TLS. Facendo clic sul simbolo del lucchetto sulla barra del browser, gli utenti possono visualizzare i dettagli del certificato, compresi l’autorità emittente e il nome dell’azienda proprietaria del sito Web.
Anche i blog e i siti web che non contengono moduli di pagamento o informazioni sensibili richiedono lo standard https per tutelare la riservatezza delle attività degli utenti. Cosa che evidentemente nei siti web del Ministero della Salute e di Palazzo Madama non accade ancora. Il fatto che sul sito del Senato non transitano numeri di carte di credito e transazioni economiche, ha poca importanza. Ogni sito, ancora di più se istituzionale dovrebbe essere protetto da crittografia e certificati validi.
Va ricordato però che in alcuni siti, come quello del Ministero della Salute, appunto, (come aveva già scritto ad agosto 2020 dday.it) l’utente può compilare la form per mettersi in contatto con l’Ufficio Relazioni con il Pubblico (inserendo i propri dati personali). Senza la giusta sicurezza dunque, finisce quei dati finiscono per viaggiare su web in chiaro.
Ci auguriamo che tutti i siti non sicuri (vi assicuriamo ce ne sono diversi istituzionali, tra cui il sito della Regione Lazio), provvedano quanto prima a rimediare.