Un anno esatto di pandemia ha visto migliaia di aziende di tutti i settori chiudere i battenti. Piccole imprese, artigiani, ma anche realtà più grandi, con fatturati milionari e tantissimi lavoratori messi prima in cassa integrazione e ora senza un futuro certo, perchè la ripresa è un miraggio e il dl sostegni appena varato dal governo Draghi pare in linea con i decreti Conte, ergo, insufficiente.
Tra le realtà più colpite dalla crisi per il covid vi è un settore storico che da oltre un anno, senza interruzione, ha tenuto le saracinesche abbassate o, sarebbe il caso di dire, i fuochi spenti. E’ il caso delle aziende pirotecniche italiane, oltre duemila dislocate in tutto il territorio, che danno lavoro a diecimila persone, senza contare l’indotto che gira intorno. Parliamo di circa mezzo miliardi di fatturato complessivo, mica miccette.
Per loro, è proprio il caso di dirlo, il 2020 non è stato con i botti e il 2021 si teme possa essere anche peggio. A luglio del 2020 l’Associazione Pirotecnica Italiana (AssPi), principale realtà associativa del settore, ha manifestato fuori palazzo Chigi per chiedere aiuti perchè quello dei fuochi d’artificio e degli spettacoli pirotecnici è, a tutti gli effetti, un’arte tradizionale del nostro Paese che colora feste patronali e grandi eventi locali e nazionali.
Le richieste erano semplici: riaperti teatri e cinema dalla scorsa estate non era chiaro perchè non si potesse assistere a spettacoli pirotecnici in luoghi idonei, con ingressi contingentati e distanziamento garantito. Misteri irrisolti dagli ormai mitologici Dpcm dell’era Conte che tuttavia ad oggi paiono essere finiti nel cassetto delle cose da non fare del nuovo premier Mario Draghi.
Per questi motivi l’Ass.P.I. ha recentemente preso carta e penna ed ha inviato una missiva al governo con indicazioni precise delle richieste mosse dal comparto pirotecnico: finanziamenti a fondo perduto sulla base della perdita di fatturato rispetto allo scorso anno senza alcuna distinzione di codice Ateco a partire da marzo 2020; riduzione dell’IVA al 5% sulla commissione di spettacoli pirotecnici nel biennio 2021/22; sospensione dei mutui e dei leasing fino al termine dell’emergenza. Queste alcune delle nove proposte inviate al governo Draghi dall’ASS.P.I.
“La pirotecnia in Italia conta oltre 2.000 aziende tra fabbriche, depositi all’ingrosso e negozi di minuta vendita, distribuite su tutto il territorio nazionale. Diecimila, al netto del grande indotto, sono le persone occupate che vi trovano sostentamento, un settore attorno al quale ruotano centinaia di milioni di euro di fatturato e che affonda le proprie radici nella tradizione e nella cultura del nostro amato Paese”, spiega il presidente di AssPi, Nobile Viviano.
“L’intero comparto sta affrontando una crisi senza precedenti, che si traduce in un azzeramento degli incassi con un conseguente drammatico calo del fatturato che in alcuni casi ha superato l’80%. La gravità della situazione – si legge nella missiva a Draghi – è stata da noi più volte rappresentata agli esponenti del Governo precedente, mostratosi pressoché indifferente al nostro grido di allarme, e ora la proroga dello stato di emergenza, che ha già determinato l’annullamento o lo slittamento degli eventi in programma per la stagione estiva del 2021, ci apre a scenari drammatici sui quali il governo ha il dovere di intervenire”.
Fra le richieste inviate al governo Draghi vi sono: proroga della cassa integrazione; Rateizzazione ex novo dei debiti con il fisco; Misure a sostegno degli affitti che le aziende non sono state in grado di pagare nei mesi di chiusura; Sospensione di tutti i versamenti tributari e contributivi sino al 31/12/2021 con possibilità di effettuazione del pagamento a partire dal 31 gennaio 2022 in rate sino a 60 mesi; Esenzione per l’anno 2021 dal pagamento delle rate dell’IMU; Accesso agevolato al credito a prima richiesta e con garanzia statale a tassi dell’1% .