Il neo segretario Pd Enrico Letta ha annunciato sin dall’inizio del suo mandato la volontà di portare avanti la battaglia per lo Ius Soli e lo Ius Culturae. Quale è stata la reazione delle comunità straniere in Italia? Ne abbiamo parlato con Sibi Mani Kumaramangalam, Presidente del PD Roma e del Circolo No Borders Roma.
Presidente, come ha accolto come prima proposta di Enrico Letta quella di rilanciare l’azione legislativa sullo Ius Culturae e sullo Ius Soli?
Sono felice che il segretario abbia scelto lo Ius Soli tra le prime battaglie del nuovo Pd e non mi stupisce. Sono entrato attivamente nel Pd anni fa proprio seguendo Letta come riferimento politico e, quindi, sono certo che si batterà per realizzarlo. Saprà anche – ne sono sicuro – che tra le comunità di stranieri che rappresento e con le quali sono in costante contatto, oltre al plauso ci sia anche scetticismo e quasi un sentimento di rabbia. Sono anni che il PD prova a far diventare legge lo Ius Soli e lo Ius Culturae, senza successo e quindi non c’è da meravigliarsi di questo, considerando poi che la contingenza del periodo vede al governo anche la Lega. Pero restiamo fiduciosi, consideriamo la proposta Letta come un segnale importante e su questo ci troverà sempre pronti all’impegno.
Visto il contesto, dunque, come pensate di supportare la proposta di Letta?
Dobbiamo rianimare le speranze delle comunità straniere; proprio partendo dalla proposta di Letta continueremo la nostra battaglia che diventerà ancora più forte, ora che abbiamo un segretario che ci sostiene in questa direzione con convinzione. Lo Ius Soli sarà una legge di sistema, che serve a tutta l’Italia, alla sua economia e alla società; con le tante comunità attive sui territori – che non hanno fermato l’opera di sensibilizzazione e integrazione – ci impegneremo offrendo la nostra esperienza e il nostro contributo come persone che da anni lavorano in Italia, che hanno figli che sono nati qui, bambini che studiano qui e che hanno la loro vita affettiva e sociale integrata all’interno delle città dove sono cresciuti. Si tratta di una legge di dignità per l’Italia, che può donare tranquillità e serenità ai tantissimi bambini nati e cresciuti in questo Paese e che può restituire tanto ad un Paese capace di guardare avanti. La Pandemia, sono certo, può anche essere occasione per superare resistenze e pregiudizi.
Nonostante le buone intenzioni di Letta, pensa che Salvini sia l’ennesimo ostacolo al concretizzarsi in legge dello Ius Soli e dello IusCulturae?
Io penso che Salvini e la Meloni stiano facendo di tutto per far credere ai cittadini che la battaglia sullo IusCulturae e sullo Ius Soli sia un incentivo alla immigrazione illegale. Purtroppo questi leader di destra hanno volutamente dato una idea sbagliata delle migliaia di disperati – perché è così che sono – tra i quali donne e bambini, che arrivano in Italia semplicemente perché stanno fuggendo dal loro Paese solo per cercare di sopravvivere. Non è una frase di circostanza questa. E’ la cruda realtà. E’ di pochi giorni fa la notizia dell’ennesimo atto disumano dell’Isis che ha decapitato decine di bambini in Mozambico… Ma non è evidente il motivo per cui gli abitanti di quella nazione vorranno letteralmente scappare dalla loro terra?
Di dove andranno non gli importa, basta che non sia il loro Paese che per loro è sinonimo di morte crudele.
Per queste persone, per questi immigrati che arrivano disperati sui barconi, non serve lo Ius Soli; il problema è più profondo e più grande e ha a che vedere con azioni di umanità, di solidarietà e di restituzione di una dignità. Azioni, mi auguro, che vengano intraprese il prima possibile. La legge sullo Ius Soli e sullo IusCulturae riguarda i numerosi migranti cosiddetti economici che sono arrivati e arrivano in Italia per offrire il loro contributo lavorativo, la loro esperienza, le loro energie per il bene e per la ricchezza del Paese. Parliamo di famiglie che scelgono l’Italia per il loro futuro, non perché non hanno altra scelta.
A chi dice che, anche se passasse, sarebbe una legge per poche persone, cosa risponde?
Se dovessimo fare leggi giuste solo se riguardano la maggioranza dei cittadini, le minoranze non verrebbero mai tutelate e le persone più in difficoltà non verrebbero mai aiutate, né le loro esigenze, grandi o piccole che siano, prese in considerazione. Chi ha più bisogno verrebbe lasciato solo, anche dallo Stato.
E questo non sarebbe un Paese democratico e che garantisce uguali diritti a tutti.