Il Decreto Sostegni prevede l’incremento di 100 milioni di euro per il 2021 del Fondo Straordinario per gli enti del Terzo Settore. Una realtà che conta in Italia oltre 350mila istituzioni no profit nelle quali lavorano 850mila persone (fonte Istat 2018). Esponente di questo settore è il Movimento Cristiano Lavoratori (M.C.L.) che da cinquant’anni porta avanti iniziative a carattere sociale, di solidarietà e volontariato. Abbiamo intervistato il Presidente di MCL, Antonio Di Matteo.
Il recente Decreto Sostegni stanzia nuove risorse a favore del fondo straordinario per gli enti del terzo settore. Presidente, cosa ne pensa di questa misura?
“Abbiamo sollecitato interventi al Governo per tamponare la situazione sociale ed economica che stiamo vivendo e quindi sicuramente è un fatto positivo questo nuovo stanziamento di risorse. Per di più si tratta di un Decreto e quindi ha l’attenzione del Parlamento: rappresenta per questo motivo un’inversione di tendenza rispetto al recente passato. Tuttavia, c’è preoccupazione per quello che stiamo vivendo”.
In che senso?
“C’è la necessità di un ulteriore scostamento di bilancio, non solo di risorse che possono dare un sollievo all’economia e alla tenuta sociale in questo particolare momento. La preoccupazione scaturisce dal fatto che prima o poi si tornerà in una situazione di normalità, ci auguriamo presto perché ciò significherebbe che il virus è stato sconfitto, ma cosa ne sarà della nostra Italia tra qualche mese? Per esempio, lo sblocco dei licenziamenti, che il Decreto ha spostato dal 31 marzo al 30 giugno prossimo, cosa comporterà? La preoccupazione è sulla ripresa dell’economia in una situazione di normalità. Riapriranno tutte le nostre imprese? Saranno competitive? Saranno in grado di reggere il mercato? E, di conseguenza, gli effetti sociali di questa crisi, di che natura saranno?”.
Quali sono le tematiche fondamentali sulle quali richiamate l’attenzione delle Istituzioni?
“Chiediamo innanzitutto provvedimenti di respiro, che siano lungimiranti e abbiano una visione. Ci si deve preoccupare delle nuove generazioni: tutta questa situazione sta producendo debito e qualcuno lo dovrò pagare. E lo pagherà chi ci sarà, ovvero la generazione dopo la nostra. Serve un’azione di respiro politico finalizzata alla salvaguardia delle possibilità per i giovani di oggi e di domani”.
Il lavoro e il contrasto alla povertà sono i due punti su cui concentrare l’attenzione.
“La situazione reale della povertà è ancora più grave dei dati ufficiali Istat (le stime preliminari del 2020 indicano 5,6 milioni di persone in condizioni di povertà), perché gli italiani hanno una grande dignità e capacità di adattarsi e ingegnarsi nella vita di tutti i giorni. Per il lavoro, non basta un decreto-legge. Si deve passare attraverso provvedimenti che vanno a sostenere le aziende e le imprese perché possano migliorare qualitativamente i cicli produttivi. Le imprese vanno, quindi, accompagnate in un percorso di ammodernamento perché si possa salvaguardare l’occupazione. E, assieme va intrapresa una massiccia campagna di formazione: gli addetti devono adeguarsi ai nuovi processi produttivi; servono quindi l’assistenza e la capacità per poter fare formazione sia per chi è già inserito nel mondo del lavoro, ma anche per i ragazzi che escono da cicli scolastici e che devono entrarci nel mondo del lavoro e ai quali servono competenze pratiche”.
Altro tema chiave è quello del Mezzogiorno. Quali sono le proposte di Mcl?
“Nel 2004, tra i vari seminari organizzati da MCL ce ne fu uno dal titolo era “Il Mezzogiorno, una risorsa per l’Italia”. Sono passati parecchi anni da allora ma il tema rimane più che mai attuale. A maggior ragione in un periodo storico come quello che stiamo vivendo. Un’ Italia che viaggia a velocità diverse non può funzionare. Lo sviluppo delle zone che hanno bisogno di investimenti, complessivamente, deve essere visto in una logica di accrescimento del valore aggiunto dell’intero sistema Italia. Lo sviluppo del Mezzogiorno non può che portare un arricchimento a tutta l’economia nazionale”.
Come si pone il terzo settore in questo scenario?
“Uno dei principi base su cui si fonda Mcl è quello di dare dignità politica al terzo settore. In queste ultime settimane abbiamo visto che i rappresentanti del Forum sono andati alle consultazioni con l’allora primo ministro Conte e, dì lì a pochi giorni, con l’incaricato Premier Draghi. E’ stato motivo di soddisfazione perché ha rappresentato il riconoscimento di un ruolo a un segmento che è sociale, ma anche economico. Il terzo settore deve occupare uno spazio politico significativo, dove si può e si deve sviluppare economia; è un ambito nel quale gli addetti hanno una forte valenza sociale e che trae la sua forza dal volontariato. Da una parte è necessario un riconoscimento di carattere politico, ma servono anche una serie di interventi che diano dignità, opportunità di sviluppo e occupazione per dare ai volontari di oggi un futuro occupazionale. Quello del terzo settore è un mondo che l’opinione pubblica conosce soprattutto nelle situazioni di emergenza e di bisogno, ma merita che politicamente venga rappresentato nella quotidianità, come spazio utile e necessario per tirarci fuori da questa terribile situazione, perché può rappresentare una importante prospettiva di rilancio per l’Italia”.