di V.Sor
Atteso a fine mese un nuovo Decreto Sostegni bis, ribattezzato Decreto imprese, in questi giorni sul tavolo del Governo mentre continuano le discussioni tra le forze politiche sulle misure da rinnovare dopo lo scontento di alcune categorie. Alla prova dei fatti lo stanziamento di 32 miliardi del decreto di marzo, ancora in fase di conversione in legge, si è rivelato insufficiente e si discute di un nuovo provvedimento che dovrebbe vedere la luce in Consiglio dei Ministri già la prossima settimana. Il testo sarà presentato in Parlamento il 22 aprile insieme al DEF 2022 ed entrerà probabilmente in vigore già dal 24. Intanto Letta e Salvini, ieri in un incontro, nonostante le divergenze su temi scottanti per la tenuta dell’esecutivo come lo ius soli e le norme sull’omofobia, trovano l’accordo sulle misure economiche necessarie ad affrontare la crisi delle imprese e del mondo del lavoro, con un occhio di riguardo ai dimenticati.
Il Sostegni-bis dovrà essere più selettivo del primo e contenere aiuti consistenti solo per alcuni settori più colpiti dalla pandemia e per le partite IVA. Si discute di contributi a fondo perduto per dieci miliardi di euro e nuova liquidità per le impreseda finanziare con uno scostamento di bilancio di 35 miliardi di euro. Altri temi caldi da affrontare sono gli sconti TARI per le attività chiuse ed il rinvio di pagamenti fiscali e sfratti.I fondi alle imprese saranno erogati con gli attuali criteri, parametrarli ai costi fissi significherebbe allungare troppo i tempi di pagamento, ma scegliendo con attenzione i beneficiari si spera in effetti migliori che in passato. Il blocco degli sfratti sarà prorogato solo per le categorie più in crisi; la moratoria su finanziamenti e mutui continuerà fino a dicembre, come il rinvio delle scadenze per la restituzione dei prestiti garantiti dallo Stato. Sarà rilanciato il credito di imposta per gli affitti e si rinvieranno selettivamente le scadenze fiscali di novembre della rottamazione ter, la TARI e il pagamento del canone unico per il suolo pubblico.
Intanto il Parlamento sta convertendo in legge il primo Decreto Sostegni, tentando di correggerne alcune storture: tra le novità introdotte dagli emendamenti,il rifinanziamento dell’ecobonus per le auto euro 6, da unificare a quello per le auto elettriche ed ibride.Dall’8 aprile sono poi partiti i pagamenti dei bonus da 2.400 euro agli stagionali del turismo e degli stabilimenti termali e ai lavoratori in somministrazione. Il bonus è erogato a intermittenti, incaricati alle vendite a domicilio iscritti alla gestione separata, lavoratori occasionali privi di partita IVA e iscritti alla gestione separata e lavoratori dello spettacolo.
Questo mentre il comparto agricoltura e pesca manifesta, a Pescara, Udine ed altre città, reclamando ancora bonus e sostegni: “i governi che si sono succeduti durante la pandemia, dicono, si sono dimenticati di noi”.Nonostante le continue richieste di intervento, dichiarano Confsal e Fna, nessun sostegno è stato previsto nell’ultimo Decreto. Un grido di abbandono arriva da quei braccianti tanto osannati durante la prima fase della pandemia, reputati solo allora indispensabili per garantire il sostentamento dell’intera popolazione”. “Il governo non può più dimenticare che gli operai agricoli sono il motore del Paese e, se si fermano loro, si blocca l’Italia intera”, concludono, nella speranza che l’Esecutivo Draghi non ripeta l’errore e si ricordi di loro.