Il 20 aprile 2021 presso il Senato si è tenuta l’Audizione preliminare all’esame del Documento di economia e finanza 2021 a cura del Capo del Dipartimento Economia e statistica della Banca d’Italia, Eugenio Gaiotti, dinanzi alle Commissioni riunite del Senato della Repubblica (Programmazione economica e bilancio) e della Camera dei Deputati (Bilancio, Tesoro e Programmazione).
E’ emerso un quadro macroeconomico globale significativamente migliorato, ma allo stesso tempo caratterizzato da elevata incertezza connessa con le nuove ondate pandemiche, che hanno fortemente condizionato l’attività economica nell’area euro. Tuttavia, la disponibilità di vaccini e lo stimolo fornito dalle politiche economiche hanno indotto il Fondo monetario internazionale a rivedere al rialzo le stime di crescita internazionale, portate per quest’anno al 6%.
Inoltre, viste le deboli prospettive di un rialzo dell’inflazione, Il Consiglio Direttivo della BCE ritiene essenziale mantenere condizioni finanziarie favorevoli ed evitare quindi rialzo dei rendimenti che risulterebbe ingiustificato. In Italia tutti gli indicatori osservati come i consumi di energia, i flussi di trasporto e i pagamenti al dettaglio, registrano un moderato recupero rispetto alla fine del 2020. Ciò significa che nel primo trimestre del 2021 l’attività economica sia pressoché stabile, dopo la forte caduta del trimestre precedente (2020). I segnali provenienti dalla produzione industriale stanno a indicare la resilienza dell’economia, ma allo stesso tempo il persistente freno posto dai nuovi contagi.
Dall’indagine condotta tra le famiglie emerge un miglioramento delle valutazioni sull’economia e sul mercato del lavoro e una sostanziale tenuta dei redditi familiari anche se un terzo delle famiglie intervistate riporta di aver percepito nell’ultimo mese un reddito più basso rispetto a prima dello scoppio della pandemia.
Il quadro macroeconomico tendenziale prevede una crescita del 4,1% del PIL nell’anno in corso e del 4,3 nel 2022. Secondo la media degli analisti censiti da Consensus Economics nel mese di aprile, la crescita del PIL sarebbe pari al 3,9% quest’anno e al 4,1% il prossimo anno. Mentre le proiezioni macroeconomiche dell’FMI, pubblicate nello stesso mese, riportano una crescita del 4,2% quest’anno e del 3,6 nel 2022. Nello scenario programmatico il Governo prospetta una crescita più elevata, che raggiungerebbe il 4,5% nell’anno in corso e il 4,8 nel prossimo.
Sul fronte dei conti pubblici, nel 2020 si registra un aumento dell’indebitamento netto di quasi otto punti percentuali del prodotto, al 9,5% mentre il saldo primario ha registrato un disavanzo (-6,0% del PIL) per la prima volta dal 2009. Rispetto ad altre economie avanzate, a fronte dell’incremento del disavanzo di quasi otto punti percentuali del PIL registrato dall’Italia, secondo le più recenti stime dell’FMI, l’aumento sarebbe stato di: 11,1 punti nel Regno Unito, 10,1 negli Stati Uniti, 9,5 in Giappone, 8,6 in Spagna, 6,9 in Francia e 5,7 in Germania.
Per quanto riguarda il rapporto tra debito e Pil, in Italia arrivato al 155,8%, anche negli altri paesi osservati si è constatato un aumento nell’ordine di quasi il 22% in Spagna, di oltre il 21% punti in Giappone, di quasi il 19% negli Stati Uniti, di oltre il 18% nel Regno Unito, di circa il 15% in Francia e di circa il 9% in Germania.
Tornando all’Italia, si prevede che l’indebitamento netto quest’anno sarà pari al 9,5% del PIL, al di sopra di quanto programmato lo scorso autunno e che torni a scendere negli anni successivi, raggiungendo il 3,4 per cento del 2024. La riduzione riflette il venire meno degli effetti temporanei delle misure approvate finora e la prevista ripresa dell’economia.
L’orientamento della politica di bilancio è volto a rafforzare il sostegno temporaneo al sistema produttivo, a fronte delle nuove ondate pandemiche, e a incrementare le risorse destinate agli investimenti pubblici.