Oggi, lunedì 26 aprile, l’Italia guidata dal Governo Draghi torna quasi totalmente in zona gialla, con la riapertura dunque, questa volta anche a cena, di ristoranti e bar, seppur con determinati condizioni e situazioni strutturali. C’è però un nodo da sciogliere, che sta fortemente dividendo la politica nazionale ed in particolar modo il Governo: il coprifuoco. Per Decreto è imposto alle ore 22, ad oggi fino alla fine di luglio, ma sono tanti tra Sindaci, Governatori ed esponenti politici che stanno dando battaglia per posticiparlo o addirittura eliminarlo.
Il primo a scagliarsi, con forza e decisione, è il leader della Lega, ex Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che attraverso i suoi profili social, sempre attivi, ha già lanciato sul sito del partito la petizione per chiederne l’abolizione. Sono oltre 60mila le firme già raccolte. “#nocoprifuoco è un’iniziativa nata dal basso”, scrive Salvini sui social. “Mi hanno detto: Matteo, sei al governo, fai qualcosa. E noi cerchiamo di condizionare le scelte dell’esecutivo, sapendo che al governo non siamo da soli e che siamo entrati, in una situazione di emergenza, proprio per evitare di lasciare il Paese in mano a sinistra, chiusuristi e pauristi” – prosegue il Senatore leghista.
Sicuramente un tema difficile, che trova ovviamente terreno fertile nel mondo dei ristoratori e dei baristi, che con un coprifuoco, soprattutto nel periodo estivo, fissato alle ore 22 si troverebbero in gravi difficoltà, o addirittura impossibilitati ad aprire per la cena. In pratica, i loro clienti dovrebbero o iniziare a cenare alle ore 19, oppure mangiare di corsa fino a strozzarsi per fare rientro in casa per le ore 22.
Sull’argomento, nella giornata di ieri, è giunta anche la dichiarazione del Ministro della Salute, Roberto Speranza che, in diretta TV dagli studi di Mara Venier, ha dichiarato che la scelta del coprifuoco alle ore 22 è una scelta di prudenza e che, in base ai dati, non è da escludersi settimana per settimana, una modifica sostanziale agli orari. Intanto oggi si riparte, quasi alla normalità, ma non proprio. Staremo a vedere sicuramente nei prossimi giorni come si evolverà la situazione.