All’esame della Commissione Agricoltura del Senato v’è il disegno di legge, presentato dal Presidente Gianpaolo Vallardi (Lega), intitolato “Disposizioni in materia di riconoscimento della figura di agricoltore custode dell’ambiente e del territorio” (AS 2023). Il testo riprende alcune legislazioni regionali (Marche, Abruzzo, Toscana) che hanno riconosciuto all’agricoltore l’importantissimo ruolo di custode dell’ambiente e del territorio.
L’agricoltore è una figura centrale, non solo del mondo agricolo, ma anche ambientale e dell’ecosistema. La sua presenza costante e professionale dentro i territori ove lavora conduce inevitabilmente il coltivatore ad essere il primo protagonista di tutte quelle azioni ed opere che possono prevenire i tanti eventi calamitosi che ogni anno, purtroppo, devastano le nostre montagne, le nostre campagne e i nostri centri urbani e rurali, con ingenti danni economici e, prima ancora, perdite di vite umane.
L’agricoltore è radicato nella sua terra, nelle zolle che lavora: ne conosce i problemi, le vulnerabilità e le criticità, le fragilità strutturali e il modo di prevenire e ridurre i danni provocati, ogni anno e in maniera del tutto prevedibile, dai disastri naturale che “ordinariamente” si abbattono in quelle zone: ben sa come risolvere i problemi una volta verificatisi. L’agricoltore svolge, pertanto, un primario compito, non solo agricolo, ma ambientale ed ecologico.
L’articolato prevede che le regioni costituiscano i soggetti istituzionali aventi il compito di qualificare gli agricoltori come custodi dell’ambiente e del territorio, attraverso la pubblicazione di appositi bandi che fissino, fra l’altro, i criteri e le modalità di manifestazione di interesse da parte degli agricoltori, intesi come imprenditori agricoli, singoli o associati, che esercitano l’attività agricola, nonché come società cooperative del settore agricolo e forestale.
Questi agricoltori, se chiedono di essere iscritti negli appositi elenchi tenuti dai dipartimenti regionali competenti, devono impegnarsi a svolgere opere di conservazione, protezione, manutenzione e prevenzione dei luoghi ove operano.
Le città metropolitane, le province, i comuni e le comunità montane e isolane, da soli o costituiti in unioni o associazioni, oltre alle regioni e alle province autonome di Trento e Bolzano, possono promuovere accordi, progetti e protocolli d’intesa per valorizzare al massimo questa figura, coinvolgendola nel modo più incisivo possibile nelle azioni di prevenzione e manutenzione. Sono previsti, a tale proposito, incentivi a favore di coloro che chiedano di rivestire questo doppio ruolo.
Chi lavora la terra la conosce, ne conosce il passato e, attraverso il presente, riesce a vederne il futuro, prevenendo, così, eventi infausti che da troppo tempo la flagellano e la tormentano, con morte e sofferenza anche per gli esseri umani: agricoltura, ambiente ed ecosistema si abbracciano in un sol atto normativo.