Il conto consuntivo del 2019 ha esposto risultati economico-finanziari tutti di segno positivo (con un avanzo finanziario di 1,19 miliardi di euro, un risultato economico di 968 milioni, e un patrimonio netto pari a oltre 8,27 miliardi, superiore di circa un miliardo rispetto a quello del 2018) e un saldo attuariale di 3,07 miliardi (a fronte di 1,59 miliardi del 2018).
E’ quanto emerge dalla relazione al Parlamento sulla gestione finanziaria per l’esercizio 2019 dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), approvata con deliberazione n. 33/2021 dalla Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, che ha evidenziato anche come il decremento, rispetto al 2018, delle entrate contributive (che nel 2019 ammontano a 7,80 miliardi su 10,65 miliardi di entrate complessive accertate), sia stato l’effetto della riduzione dei premi e contributi, a seguito del nuovo sistema tariffario introdotto dall’art. 1, comma 1121, della legge n. 145/2018 (legge di bilancio 2019).
Su un punto, la Sezione del controllo ha sottolineato l’esigenza di un costante monitoraggio sull’andamento delle entrate contributive, al fine di rappresentare tempestivamente agli interlocutori istituzionali, le eventuali misure correttive da adottare, anche alla luce dell’impatto cumulato di altri fattori, quali le recenti misure normative introdotte per fronteggiare l’emergenza epidemiologica tuttora in atto e gli effetti dell’evoluzione del quadro macroeconomico.
La Corte ha anche auspicato che la gestione del patrimonio immobiliare dell’Istituto possa trovare adeguata composizione tra le complesse procedure vigenti e l’esigenza di una maggiore snellezza operativa.
L’attività di vigilanza ha, inoltre, registrato, anche per il 2019, un rapporto tra aziende irregolari e aziende ispezionate estremamente elevato (circa il 90% delle aziende ispezionate era irregolare), con un ammontare di premi omessi di circa 85,5 milioni di euro. La Corte ha rilevato, in proposito, la necessità di rafforzare l’attività ispettiva che, pur con l’istituzione, nel 2015, dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro – che coordina l’attività degli ispettori Inail, Inps e Ministero del lavoro – registra ancora un numero troppo esiguo di aziende ispezionate (circa 15.503) rispetto a quelle assicurate (3.226.537).
Infine, la magistratura contabile ha dato atto all’Ente dei risultati dell’attività svolta a seguito dell’emergenza Covid. In aggiunta alle ordinarie funzioni, infatti, l’Inail ha collaborato all’attivazione delle misure di mitigazione del rischio in qualità di soggetto attuatore degli interventi di protezione civile e ha svolto funzioni di validazione straordinaria dei dispositivi di protezione individuale, ai sensi del Decreto Cura Italia. Con particolare riferimento agli aspetti assicurativi, il medesimo decreto ha riconosciuto la tutela dell’Inail anche nei confronti dell’infezione contratta in occasione di lavoro, al pari di tutte le altre infezioni da agenti biologici, dagli operatori sanitari esposti a un elevato rischio di contagio e ad altre categorie di lavoratori che operano in costante contatto con l’utenza.
Il conto consuntivo del 2019 ha esposto risultati economico-finanziari tutti di segno positivo (con un avanzo finanziario di 1,19 miliardi di euro, un risultato economico di 968 milioni, e un patrimonio netto pari a oltre 8,27 miliardi, superiore di circa un miliardo rispetto a quello del 2018) e un saldo attuariale di 3,07 miliardi (a fronte di 1,59 miliardi del 2018).
E’ quanto emerge dalla relazione al Parlamento sulla gestione finanziaria per l’esercizio 2019 dell’Istituto nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro (INAIL), approvata con deliberazione n. 33/2021 dalla Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, che ha evidenziato anche come il decremento, rispetto al 2018, delle entrate contributive (che nel 2019 ammontano a 7,80 miliardi su 10,65 miliardi di entrate complessive accertate), sia stato l’effetto della riduzione dei premi e contributi, a seguito del nuovo sistema tariffario introdotto dall’art. 1, comma 1121, della legge n. 145/2018 (legge di bilancio 2019).
Sul punto, la Sezione del controllo ha sottolineato l’esigenza di un costante monitoraggio sull’andamento delle entrate contributive, al fine di rappresentare tempestivamente agli interlocutori istituzionali, le eventuali misure correttive da adottare, anche alla luce dell’impatto cumulato di altri fattori, quali le recenti misure normative introdotte per fronteggiare l’emergenza epidemiologica tuttora in atto e gli effetti dell’evoluzione del quadro macroeconomico.
La Corte ha anche auspicato che la gestione del patrimonio immobiliare dell’Istituto possa trovare adeguata composizione tra le complesse procedure vigenti e l’esigenza di una maggiore snellezza operativa.
L’attività di vigilanza ha, inoltre, registrato, anche per il 2019, un rapporto tra aziende irregolari e aziende ispezionate estremamente elevato (circa il 90% delle aziende ispezionate era irregolare), con un ammontare di premi omessi di circa 85,5 milioni di euro. La Corte ha rilevato, in proposito, la necessità di rafforzare l’attività ispettiva che, pur con l’istituzione, nel 2015, dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro – che coordina l’attività degli ispettori Inail, Inps e Ministero del lavoro – registra ancora un numero troppo esiguo di aziende ispezionate (circa 15.503) rispetto a quelle assicurate (3.226.537).
Infine, la magistratura contabile ha dato atto all’Ente dei risultati dell’attività svolta a seguito dell’emergenza Covid. In aggiunta alle ordinarie funzioni, infatti, l’Inail ha collaborato all’attivazione delle misure di mitigazione del rischio in qualità di soggetto attuatore degli interventi di protezione civile e ha svolto funzioni di validazione straordinaria dei dispositivi di protezione individuale, ai sensi del Decreto Cura Italia. Con particolare riferimento agli aspetti assicurativi, il medesimo decreto ha riconosciuto la tutela dell’Inail anche nei confronti dell’infezione contratta in occasione di lavoro, al pari di tutte le altre infezioni da agenti biologici, dagli operatori sanitari esposti a un elevato rischio di contagio e ad altre categorie di lavoratori che operano in costante contatto con l’utenza.