Ennesima grana per Google che, qualche giorno fa, si è visto recapitare una sanzione di oltre 100 milioni di eurorecapitata dell’Autorità per la Concorrenza e del Mercato.
Secondo l’autority guidata da Roberto Rustichelli, Big G avrebbe abusato della sua posizione dominante nel mercato delle app. Infatti, il celebre motore di ricerca, attraverso il sistema operativo Android e l’app store Google Play, è in grado di controllare l’accesso degli sviluppatori di app agli utenti finali, potendo anche decidere arbitrariamente chi può stare sul suo playstore e chi no.
A trascinare Google a Piazza Verdi ci ha pensato Enel X, dopo che per più di due anni ha ricevuto un secco no alla presenza della sua app JuicePass sul playstore della società fondata da Larry Page e Sergey Brin.
Secondo quanto accertato dall’Antitrust, Google non ha consentito l’interoperabilità dell’app JuicePass con Android Auto, una specifica funzionalità di Android che permette di utilizzare le applicazioni quando l’utente è alla guida (nel rispetto, naturalmente, dei requisiti di sicurezza e di riduzione della distrazione). JuicePass consente un’ampia gamma di servizi funzionali alla ricarica dei veicoli elettrici, che vanno dalla ricerca di una colonnina di ricarica alla gestione della sessione stessa di ricarica, passando per la prenotazione di una colonnina.
Secondo l’Autorità per la concorrenza, Google ha ingiustamente limitato le possibilità per gli utenti di utilizzare la appdi Enel X Italia quando sono alla guida di un veicolo elettrico e hanno bisogno di effettuare la ricarica. In tal modo Google ha favorito la propria app Google Maps, che può essere utilizzata su Android Auto e consente servizi funzionali alla ricarica dei veicoli elettrici, attualmente limitati alla ricerca di colonnine di ricarica e alla navigazione, ma che in futuro potrebbero comprendere altre funzionalità, per esempio la prenotazione e il pagamento.
“Il provvedimento dell’AGCM per abuso di posizione dominante pone una riflessione importante: quanto il tema della concorrenza rispetto allo sviluppo delle nuove tecnologie rappresenti una componente necessaria per la realizzazione di un mercato libero e competitivo, e che quindi le aziende sono tenute a considerare la disciplina fin da subito nella progettazione di nuovi strumenti tecnologici” ha sottolineato per LabParlamento l’Avv. Francesca Bassa esperta in diritto delle tecnologie, che ha così continuato: “È chiaro che i colossi del mondo tech dovrebbero tenere in seria considerazione il tema, elemento chiave nella pianificazione del business e della vendita dei loro prodotti in UE. Per concludere rispettare le regole della concorrenza, al pari della tutela dei dati personali, significa tutela della propria immagine e reputazione”.
Oltre ad irrogare la sanzione, l’Autorità ha ritenuto necessario indicare nella diffida il comportamento che Google dovrà tenere per porre fine all’abuso, ed evitare che si producano gli effetti negativi derivanti dall’esclusione della app di Enel X Italia da Android Auto. L’Antitrust ha perciò imposto a Google di mettere a disposizione di Enel X Italia, così come di altri sviluppatori di app, strumenti per la programmazione di app interoperabili con Android Auto e vigilerà sull’effettiva e corretta attuazione degli obblighi imposti avvalendosi di un esperto indipendente preposto all’attuazione e al monitoraggio degli obblighi imposti a cui Google dovrà fornire tutta la collaborazione e le informazioni richieste.