Anche se lentamente la situazione sanitaria sembra tornare gradualmente alla normalità, non si può dire lo stesso di quella finanziaria. Ultimo, in ordine di data, l’allarme lanciato da un nutrito numero di comuni siciliani che, all’indomani dello tsunami pandemico, rischiano di non essere più in grado di garantire i servizi essenziali aicittadini di molte comunità dell’Isola.
Sul banco degli imputati le conseguenze causate dalle misure di contenimento messe in atto per fronteggiare la diffusione del Covid-19, a cui si aggiungono diversi problemi endemici isolani, come la riduzione dei trasferimentiregionali e nazionali, la difficoltà nella gestione dei tributi locali e all’inadeguatezza di Riscossione Sicilia (l’ente esattore dei tributi isolani) e l’alto numero di comuni in dissesto e pre-dissesto. Se a tutto ciò si aggiunge anche il ritardo dei pagamenti dei debiti commerciali, la carenza di figure professionali nei servizi finanziari, negli uffici tecnicie nei servizi sociali il dado è tratto: molti comuni, di tutte le dimensioni, rischiano di finire a gambe all’aria.
La denuncia, puntuale e circostanziata, è stata sollevata lo scorso 18 giugno da diversi sindaci e da alcuni Parlamentari siciliani, ed è stata portata all’attenzione del Presidente del Consiglio Mario Draghi dalla deputata nissena Daniela Cardinale (Misto – CD) che, in una nota diffusa lo scorso 21 giugno, ha sottolineato come sia quanto mai opportuno e urgente “avviare un tavolo di confronto tra Stato, Regione e Autonomie locali, al fine di addivenire a possibili soluzioni che possano rimettere in ‘sicurezza finanziaria’ i Comuni siciliani, al fine di garantire loro la piena capacità di erogare, atutti i cittadini, i servizi essenziali”.
La parlamentare, che da sempre si contraddistingue per la particolare attenzione rimessa alle problematiche della propria regione, non ha esitato ad evidenziare come oggi un cospicuo numero di Enti locali siciliani presenta notevoli debolezze finanziarie, ad oggi non rilevata in nessun’altra Regione del Paese. “Per questo è necessario intervenire con urgenza, così da mettere in sicurezza i comuni siciliani e garantire loro di erogare i servizi essenziali ai cittadini” ha continuato l’On. Cardinale.
L’alto numero di comuni in situazione finanziaria critica rappresenta un unicum denunciato anche da molti sindaci siciliani, i quali hanno dato avvio ad una mobilitazione di tutti gli amministratori locali dell’Isola, promossa nei giorni scorsi anche dall’ANCI Sicilia. L’intento è quello di sollecitare le istituzioni nazionali e regionali a porre in essere ogni iniziativa necessaria a far cessare la condizione di criticità finanziaria – divenuta oramai strutturale – in cui versano gli Enti locali.
Da qui l’accorato appello al Presidente Draghi e a tutte le forze politiche nella speranza che, seduti al Tavolo di confronto, se lo si vorrà istituire, ci sia qualcuno che sappia far di conto.