Nell’ambito dei rapporti annuali pubblicati da Banca d’Italia sulle Economie regionali, è stato recentemente presentato quello relativo all’Economia del Lazio. In base alle stime Prometeia, nel 2020 nell’industria in senso stretto della regione Lazio, il valore aggiunto in termini reali ha registrato una forte contrazione (-10,2%), in linea con la media nazionale.
Sul calo hanno pesato la diminuzione della domanda interna ed estera e le restrizioni introdotte per il contenimento della pandemia. Secondo l’indagine della Banca d’Italia (Invind), condotta su un campione di imprese con almeno 20 addetti, nel 2020 il saldo tra la quota di quelle con fatturato in crescita e la quota di quelle con fatturato in diminuzione è stato ampiamente negativo (-30 punti percentuali, a fronte di -48 punti nella media italiana.
Le aspettative sono di una consistente ripresa; poco più dei tre quarti delle aziende si attendono di aumentare il fatturato nel 2021, un dato in linea con la media nazionale. Nel 2020 la percentuale di imprese che hanno diminuito gli investimenti rispetto all’anno precedente è stata superiore a quella delle imprese che li hanno aumentati.
Unindustria ha rilevato che su un campione di imprese del Lazio di dimensioni medio-grandi, in prevalenza industriali, i settori in cui il fatturato è aumentato di più nel 2020 sono stati l’alimentare, quello della meccatronica, le telecomunicazioni e l’information technology. Le imprese intervistate prevedono che a pandemia conclusa i maggiori investimenti saranno indirizzati nel settore della digitalizzazione e dell’automazione (Industria 4.0).
L’indagine della Federlazio – condotta su un campione di imprese regionali in prevalenza industriali – mediamente di dimensioni minori rispetto a quelle di Invind e Unindustria – registra nel 2020 un forte rallentamento di ordinativi, fatturato e livelli della produzione, rispetto all’anno precedente, e una modesta ripresa durante il primo trimestre del 2021. Il 30% delle imprese dichiara di non avere ancora recuperato i livelli di produzione pre pandemia e un terzo si attende un’ulteriore riduzione di ordinativi, fatturato e livelli della produzione nell’arco del 2021, a fronte di circa il 24% che prevede un aumento. Le aspettative risultano migliori per le imprese relativamente più grandi.
Nel 2020 anche l’attività nel settore delle costruzioni ha risentito della crisi generata dalla pandemia. In base ai dati Prometeia, il valore aggiunto a prezzi costanti si è significativamente ridotto (di circa il 6%). In base ai risultati dell’indagine della Banca d’Italia, su un campione di imprese delle costruzioni con almeno 10 addetti, la produzione totale del settore è diminuita; la percentuale di quelle che hanno riportato un utile di esercizio è calata ed è aumentata quella delle aziende in perdita.
Nel periodo tra ottobre 2019 e settembre 2020 le casse edili hanno registrato nella provincia di Roma un significativo calo delle aziende attive, del numero di lavoratori e delle ore lavorate. Nel 2020, secondo l’Osservatorio semestrale delle opere pubbliche del CRESME, il numero e gli importi dei bandi di gara per lavori pubblici nel Lazio sono aumentati rispettivamente del 13,2 e dell’11,2 %.
Per quanto riguarda il mercato immobiliare, nel corso del 2020 i prezzi delle abitazioni residenziali sono cresciuti dello 0,9%. Le compravendite sono diminuite dell’8,4% (7,5 e 7,7% nel Centro e in Italia); la discesa è risultata più intensa nel comune capoluogo di regione.
I prezzi degli immobili non residenziali sono diminuiti del 3% (2,7 e 2,3% nel Centro e in Italia), proseguendo la discesa pressoché ininterrotta dell’ultimo decennio. Il calo è stato più marcato nei settori commerciale e terziario, rispetto a quello industriale. Nel comparto degli immobili non residenziali le compravendite sono calate dell’8,5% (7,3 e 7,7% nel Centro e in Italia, rispettivamente).
L’indagine ha evidenziato come la crisi pandemica abbia favorito la diffusione di nuove pratiche commerciali; la percentuale di aziende del commercio che ha fatto ricorso all’e-commerce è aumentata, dal 6% del 2019 a oltre il 15 nel 2020; la quota di quelle della ristorazione che ha effettuato consegne a domicilio è cresciuta dal 6 per cento, circa, al 14% nello stesso periodo.
La crisi pandemica ha duramente colpito il settore turistico e quello dei trasporti. Nel 2020 le presenze turistiche nelle strutture alberghiere della Città metropolitana di Roma, che costituiscono circa i nove decimi del totale regionale, secondo i dati dell’Ente Bilaterale del Turismo si sono contratte dell’81% rispetto all’anno precedente. La diminuzione delle presenze di turisti stranieri, che rappresentavano i due terzi del totale, è stata più marcata di quella dei visitatori italiani (rispettivamente – 86% e -71%).
Nel 2020 la spesa a prezzi correnti dei visitatori stranieri nel Lazio, rilevata dall’indagine della Banca d’Italia sul turismo internazionale, si è ridotta del 75%. Nel primo bimestre del 2021 le presenze di turisti negli alberghi della Capitale sono state inferiori di oltre il 95% a quelle del corrispondente periodo del 2020. Le misure restrittive adottate per contenere la pandemia hanno fortemente penalizzato l’accesso al patrimonio artistico museale anche nel Lazio, che nel 2019 risultava la regione con il maggior numero di visitatori; solo le strutture che disponevano di collezioni digitali ne hanno potuto garantire la fruizione tramite web durante il periodo delle restrizioni. Tra i musei statali che dispongono di tali collezioni, la percentuale di quelli resi autonomi con la riforma avviata nel 2014 è maggiore rispetto a quella degli altri musei statali.
Nel sistema portuale regionale (Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta) le merci complessivamente imbarcate e sbarcate nel 2020 sono diminuite del 23%, la movimentazione di container del 5 per cento. Il traffico di crocieristi si è ridotto di oltre il 90%, mentre i passeggeri trasportati sui servizi marittimi di linea sono diminuiti del 47%. Nei due principali scali aeroportuali del Lazio, Fiumicino e Ciampino, nel 2020 il numero di passeggeri si è ridotto di oltre tre quarti. Il calo del traffico di passeggeri sui voli UE ed extra-europei (rispettivamente 77% e 84%) è stato più ampio di quello registrato sulle tratte nazionali (68%). La movimentazione di merci via aereo è diminuita del 56%. Il crollo del traffico aereo indotto dalla crisi pandemica ha aggravato la crisi economico-finanziaria di Alitalia, in amministrazione straordinaria dal maggio del 2017.
Per valutare l’impatto della crisi sanitaria sulla redditività e la struttura finanziaria delle imprese sono state stimate, per il 2020, le principali variabili di bilancio delle società di capitali presenti negli archivi di Cerved Group nel 2019 classificate come attive alla fine dello scorso anno. In base alle nostre stime, la redditività operativa delle aziende del Lazio nel 2020 avrebbe risentito del calo del fatturato seguito allo scoppio dell’epidemia; il rapporto tra il margine operativo lordo (MOL) e l’attivo sarebbe diminuito di circa 1,5 punti percentuali, attestandosi tra il 7 e l’8 %, un calo comunque inferiore alla media nazionale.
Sotto il profilo della struttura finanziaria, la crescita dell’indebitamento e l’impatto sul patrimonio del peggioramento dei risultati d’esercizio avrebbero interrotto la graduale flessione del leverage. Secondo nostre stime, il leverage nel 2020 sarebbe cresciuto per le grandi imprese di circa due punti percentuali e di circa quattro punti per le medie e piccole, attestandosi su un livello comunque inferiore al massimo raggiunto nel 2012. Nel 2020 i prestiti alle imprese, dopo il calo osservato nell’ultimo trimestre del 2019, hanno ripreso a crescere a ritmi elevati, anche per alcune ingenti operazioni straordinarie realizzate da importanti gruppi dei servizi presenti in regione.
Al netto delle operazioni straordinarie, la crescita dei finanziamenti alle imprese sarebbe inferiore di circa 5 punti percentuali, allineandosi al dato medio italiano. L’aumento dei prestiti ha interessato tutti i comparti escluse le costruzioni. Stime preliminari mostrerebbero una significativa riduzione dei prestiti nel primo trimestre 2021. Le politiche di offerta del credito nel 2020 sono rimaste nel complesso distese, in connessione con le misure di sostegno al credito adottate dal Governo, sebbene si registrino alcuni segnali di irrigidimento nelle condizioni praticate, in particolare con una riduzione delle quantità offerte e un incremento dei costi accessori per l’accesso ai finanziamenti.
Le condizioni di offerta alle imprese hanno beneficiato della riduzione dei tassi applicati alle imprese tra dicembre 2019 e dicembre 2020; i tassi di interesse a breve sui finanziamenti connessi a esigenze di liquidità si sono portati dal 4,2 al 3,8%. Il calo, tuttavia, non si registra per le piccole aziende, il cui tasso è rimasto costante (7,2%). Nello stesso periodo il costo dei nuovi prestiti della durata di almeno un anno si è ridotto all’1,9% (dal 2,6 di dicembre del 2019).