E ora si fanno i Conte. Dai 100 ai 120 parlamentari pronti a schierarsi con l’ex presidente del Consiglio. I senatori cinque stelle, compatti, per la quasi totalità appoggeranno l’avvocato. Tra i deputati ci sono dei distinguo ma tutti puntano alla ricerca dell’unità per evitare la scissione. Intanto, proseguono i colpi di sciabola, via social, tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte. “A Conte ho solo chiesto la garanzia di avere le condizioni, la struttura del Garante identica allo statuto che c’è adesso. Non ho chiesto altro”, dice Beppe Grillo in un video postato sul suo blog, mentre comincia l’assemblea dei deputati, lamentando la totale mancanza di comunicazione da Conte.
“Io la Carta dei valori non l’ho mai vista, ho visto una bozza. Di codice etico mai parlato, la transizione 2050 forse se l’è anche dimenticata nello Statuto”, replica l’ex avvocato del popolo. “Io ho detto e agito come dovevo agire con il mio cuore, la mia anima, la mia intelligenza. Io non sono il padre padrone del Movimento, io sono il papà con il cuore e ho fatto cose straordinarie che non rinnego”, aggiunge. La risposta di Conte non si fa attendere e l’annuncio è che non intende rinunciare al disegno messo in campo: “L’ho detto in conferenza stampa, io ho sempre rispettato e continuerò a rispettare Beppe Grillo. Gli chiedo solo una cosa pubblicamente, di non dire falsità sul mio conto e sul mio operato, perché abbiamo una fittissima corrispondenza documentale. Se lui mi autorizza sono disposto a pubblicarla, perché ho agito sempre e agisco sempre in trasparenza”.
E ‘denuncia’: “Ha chiesto più che una diarchia politica, quando domanda la rappresentanza internazionale, il coordinamento della comunicazione, di condividere tutte le scelte degli organi politici. E finanche chiede di poter concordare, e dunque autorizzare, i contratti allo staff di segreteria. Lo Statuto non è seicentesco, ma è medievale da questo punto di vista“.