Il disegno di legge Zan approda in Senato. Per Ivan Scalfarotto, sottosegretario all’Interno di Italia viva “sarà il Vietnam“, in una battaglia all’ultimo sangue fra ostruzionismo, voti segreti e centinaia di emendamenti. Non si esclude che la discussione, al via oggi dalle 16.30, possa non prendere inizio nemmeno. È questa l’ultima carta che giocherà il fronte del ‘no’ – con Lega e Forza Italia in testa – per avere tempo per una mediazione.
Fuori dal Palazzo associazioni e collettivi legate al mondo lgbt annunciano che faranno sentire la loro voce, per chiedere la “legge Zan senza compromessi”. Contro l’ipotesi del rinvio si scagliano in coro Pd, Leu e Movimento 5 stelle. “Assolutamente no”, risponde secca la senatrice 5S, Alessandra Maiorino che aggiunge: “Sarebbe ridicolo dopo tutta la fatica fatta per portare in aula il disegno di legge”. In effetti solo una settimana fa la proposta di calendarizzazione in aula, indipendentemente dai lavori fatti finora dalla commissione, è stata messa ai voti ed è passata a maggioranza.
Sull’eventualità di uno slittamento, forte dei suoi 17 voti, Iv glissa e scommette tutto sull’intesa “ancora possibile”. Lo dice Matteo Renzi, evidenziando gli aspetti da correggere: “Con un accordo su gender e scuole, la legge Zan viene approvata”, sentenzia l’ex premier a Napoli. E passa ai numeri: “Al Senato se ci sono 145 a favore e 134 contrari, la differenza è uguale a 11. Vuol dire che se si va a scrutinio segreto, ne bastano 6 per mandare sotto il provvedimento e 6 ci sono come minimo nel Pd”, sfidando i Dem sulle riserve più o meno esplicite espresse dalla corrente di Base riformista, i cosiddetti ex renziani, ma anche di altri 4-5 senatori del partito di Letta.
In asse con la posizione di Iv c’è la Lega, che si mostra fiduciosa sulle modifiche ma pronta a combattere con “tutti gli strumenti possibili”. Non a caso domani il senatore Matteo Salvini sarà in Aula: “C’è questo ddl da bloccare o quanto meno da cambiare in Parlamento”, annuncia in una conferenza stampa a Lamezia Terme. Intanto il presidente della commissione Giustizia e relatore del provvedimento, il leghista Andrea Ostellari, lo stato precisa: “Avremmo bisogno di più tempo per arrivare a votare delle proposte emendative”, prima dell’approdo in aula. Non esclude la richiesta di una sospensiva nemmeno FI, visto che “la mediazione che ha tentato di fare Ostellari con un testo di sintesi e’ per noi un buon punto di partenza”, spiega il vicecapogruppo azzurro, Lucio Malan.