Sull’iter del Ddl Zan che in queste ore torna per un passaggio cruciale in aula “molto dipenderà dalla volontà dei gruppi e dei segretari politici. Alcuni segretari sono stati molto chiari, e tra questi sicuramente Matteo Salvini, altri più “morbidi”, altri, come Letta, assolutamente non disponibili al dialogo. Ecco, io credo che questa non disponibilità al dialogo sia un errore che poi possa portare anche ad affossare questa legge”. Così il presidente della commissione giustizia al Senato, Andrea Ostellari, in un’intervista esclusiva al quotidiano online LabParlamento.
Senatore, oggi giornata decisiva per il DDL Zan?
“Più che giornata decisiva, oggi si prosegue una fase di discussione in aula. Certamente è una giornata importante, perché vedrà il deposito degli emendamenti, da parte di chi propone una modifica di questo testo. Io stesso depositerò quella proposta che avevo già avanzato e che aveva raggiunto una possibile mediazione”.
Quindi riguardo al testo del DDL, cosa andrebbe modificato secondo lei?
“Gli articoli da rivedere sono sempre quelli sui quali più volte ho messo in evidenza. Sicuramente l’art. 1 che riguarda le definizioni di sesso, di genere, di orientamento sessuale, di identità di genere, che hanno subìto diverse critiche da varie associazioni: dalle femministe ad Arcilesbica. L’art. 4 che riguarda il tema della libertà di espressione; un articolo che va assolutamente modificato per tutelare tutti noi cittadini. E poi l’art. 7 che riguarda la libertà educativa. Si tratta di un articolo criticato da molti educatori e che è stato anche oggetto puntuale di alcuni giuristi, tra i quali Cesare Mirabelli (ex Presidente della Corte Costituzionale, ndr) e anche della Santa Sede”.
Di fatto, il mondo cattolico in generale ha avanzato critiche e forti perplessità sul ddl, le prenderete in considerazione?
“Noi della Lega le prenderemo in considerazione e credo che sia opportuno anche da parte di tutti gli altri gruppi politici possa essere fatta questa valutazione in merito a questi contenuti. Non si tratta di attacchi, sono contributi che chiedono di migliorare un testo che dovrebbe unire in questa battaglia che stiamo portando avanti contro le violenze e le discriminazioni, ma che rischia di diventare così solo una battaglia politica che fa comodo a qualcuno per dividere“.
A proposito di contributi, sono state numerose le audizioni (170) che lei ha accolto e c’è chi l’ha attaccata per questo, sostenendo che era un modo per non portare in Parlamento la proposta di legge. Come risponde?
“Rispondo che ho fatto il mio lavoro senza essere costretto a piegarmi a nessuno. Dagli influencer ad altri attori politici. Io credo che in questo ruolo che sto svolgendo la cosa fondamentale sia quella di cercare di aprire il dibattito e la discussione sul tema vero del testo: il contrasto alla violenza e alle discriminazioni. Ed è importante portarlo avanti e risolverlo. Se si vuole raggiugere questo obiettivo lo si deve fare con uno strumento adeguato e che quindi combatta le forme di violenza e discriminazione, ma che nello stesso tempo tuteli il diritto di tutti noi a manifestare il nostro pensiero, le nostre idee e a educare i nostri figli, senza intervenire nemmeno nell’intimo delle persone, con definizioni quanto meno discutibili”.
Cosa ne pensa dell’avvicinamento Salvini-Renzi?
“Io penso che sia utile questa disponibilità al dialogo manifestata, non solo da Matteo Salvini e da Matteo Renzi, ma anche da altre parti politiche, come il gruppo autonomie, Forza Italia, una parte del Centro Sinistra. Tutti questi schieramenti si sono resi disponibili a pensare ad un testo che possa raggiungere l’obiettivo. Questa è la grande novità. E credo che sia la volontà che deve unire tutte le forze politiche e portare ad un testo di legge che sia scritto meglio e che non abbia quei nodi giuridici che tutti conosciamo”.
Cosa ne pensa quindi dell’iter del DDL? Si arriverà ad un accordo?
“Dipenderà molto dalla volontà dei gruppi e dei segretari politici; perché poi la linea politica di ogni partito la detta il segretario politico. Alcuni segretari sono stati molto chiari, e tra questi sicuramente Matteo Salvini, altri più “morbidi”, altri, come Letta, assolutamente non disponibili al dialogo. Ecco, io credo che questa non disponibilità al dialogo sia un errore che poi possa portare anche ad affossare questa legge“.