21 febbraio 2020, primo caso di Covid-19 in Italia registrato a Codogno. Da quel momento le nostre esistenze seguono canoni predeterminati. Il tg della mattina riporta i casi di coronavirus del giorno prima ed i provvedimenti governativi; il tg del pranzo riporta le misure allo studio e le proteste di questa o di quella categoria interessata dalle misure restrittive; il tg della sera riporta i casi del giorno stesso, il numero dei morti e le interviste a quel virologo, a quel ministro.
Ogni giorno, a tutte le ore, la nostra vita segue solo e soltanto il Covid. Si parla per poco, ed in realtà con poca convinzione, di altri argomenti. Se non fosse stato per la vittoria della Nazionale agli Europei di calcio anche il mese di giugno sarebbe filato uguale agli altri.
È evidente che la nostra vita è ormai uniformata ad una percezione della stessa che è determinata anche e sopratutto da quello che i media dicono, scrivono, raccontano. In questo rileva molto il come il racconto viene svolto: tutti ricorderanno le dirette Tv dei programmi, che non esito a definire spazzatura, nelle quali un elicottero della Guardia di Finanza inseguiva un povero ragazzo intento a correre, solo, sul lungomare; o ancora i video della ambulanze, il rumore dei macchinari delle terapie intensive. E poi i vaccini, i vaccini ed ancora i vaccini.
Si è parlato per questo di infodemia ossia di una pandemia della informazione, centrifugata e sparata al pubblico secondo una logica di marketing e di ricerca del profitto idonea però a produrre gravi conseguenze economiche e psichiche sulla vita di tutti noi. Anche per questo, correttamente, la Presidente del Senato Casellati ha chiesto che i media siano più responsabili, che non si dia più troppo spazio ai “virologi star”.
Condivido questa prospettiva ed avanzo una proposta. Spegniamo Covid-channel o Tg Covid-24 che dir si voglia. Facciamo parlare i medici tra loro e trasmettiamo una comunicazione conciliante e meno allarmistica. È evidente che la situazione sia migliore e volga per il meglio. Ma anche se così non fosse credo sia arrivato il momento di dire che non possiamo continuare a smettere di vivere per paura di morire.
Ci siamo vaccinati, continueremo a vaccinare chi ancora non l’ha fatto. Ci rivaccineremo se serve. Ma adottiamo una prospettiva diversa, come d’altronde stanno facendo o hanno già fatto molti paesi. Torniamo a vivere senza che a vivere sia solo la paura, il terrore, il buio. Usciamo dal Medioevo, facciamo partire il Rinascimento.