All’alba di ieri il Ced della Regione Lazio, nel quale sono contenuti i dati e la storia sanitaria di milioni di cittadini, è stato preso d’assalto da ignoti che, probabilmente sfruttando una falla presente nel sistema, si sono introdotti nella rete paralizzando l’intera campagna di vaccinazione laziale. A finire travolti dallo tsunami informatico anche i servizi del Cup e quello delle prenotazioni vaccinali.
Anche se pare non siano stati trafugati i dati sanitari degli interessati, gli hacker sarebbero entrati comunque in possesso delle informazioni anagrafiche di chi, in questi mesi, si è sottoposto alla campagna vaccinale (tra cui il Presidente Sergio Mattarella e il premier Mario Draghi).
Anche il Garante per la protezione dei dati personali, nella giornata di ieri ha fatto sapere di seguire, con particolare attenzione, gli sviluppi dell’attacco informatico subito dalla Regione
“Stiamo difendendo in queste ore la nostra comunità da questi attacchi di stampo terroristico. Il Lazio è vittima di un’offensiva criminosa, la più grave mai avvenuta sul nostro territorio nazionale” ha dichiarato il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
La campagna di vaccinazione, ha comunque tenuto a precisare l’Assessore regionale alla salute Alessio D’Amato, non si ferma. Nella giornata di ieri, nonostante gli inconvenienti, sono stati somministrati 50 mila vaccini, cosa che lascia ben sperare tutti quei 500 mila laziali che si trovano già in lista per ricevere la loro dose.
La Regione ha fatto pervenire una prima notifica preliminare di violazione dei dati all’Autorità, così come previsto dal Regolamento privacy (c.d. GDPR), la quale si riserva di valutare a pieno la situazione una volta ricevuti ulteriori elementi anche all’esito delle analisi che la Regione sta compiendo.