Secondo i dati dell’Unione Europea, ci vorranno più di 60 anni per stabilire una vera e propria parità di genere a livello lavorativo. Le discriminazioni sul posto di lavoro, il gender pay gap (= differenza salariale tra uomo e donna), l’assenza di donne nelle posizioni di rilievo sono solo alcuni dei problemi che devono essere risolti. L’Italia, per altro, si classifica come fanalino di coda a livello europeo per parità di genere.
Come risolvere questo problema?
GenQ nasce per dare risposta a questo problema e permettere alle persone, a prescindere dal proprio sesso biologico, di fare scelte consapevoli quando decidono di mandare il proprio Curriculum Vitae alle aziende. Il portale prende i dati dal registro europeo elaborato da Equileap e, attraverso diverse variabili, assegna uno score digitale per le aziende che operano in Europa. Il ranking va da 0 punti a 100 punti percentili; il massimo indica una situazione nella quale la parità di genere è completamente rispettata all’interno del contesto aziendale.
L’iniziativa è stata ideata da Alex Lanaro (fondatore di TheVBA Guys), Atif Choksi (sviluppatore della startup Mirta) e Pietro Maria Picogna (fondatore di Startup Pack e ideatore di PEM Music Festival, primo festival musicale in Italia contro la violenza di genere).
Da subito molti personaggi del mondo dell’imprenditoria hanno mostrato sostegno per il progetto: Alessandra Raggi (membro del Cda dell’Università di Bologna), Cristian Andreozzi (ex AirBnb) sono solo alcuni dei professionisti hanno voluto condividere l’iniziativa per mostrare sostegno a questi valori che sono ancora latenti nei contesti lavorativi.
“La gender equality è un tema caro a molte amiche e professioniste che si approcciano a nuovi incarichi aziendali.”, racconta Lanaro, “Sapere quali saranno le tue opportunità di carriera o come verrai trattata in un posto di lavoro sono metriche sempre più studiate da chi decide di cambiare posizione lavorativa”. “Con questa soluzione avremmo potuto evitare il caso Uber, con le violenze e discriminazioni sessuali di cui tanto si è parlato negli ultimi anni”.
Atif Choksi, aggiunge: “Sono grato di far parte di questo progetto. La nostra generazione non può prescindere da questi valori etici e deve combattere affinchè il gender pay gap venga eliminato”. Aggiunge poi: “Quando Pietro Maria Picogna mi ha chiamato, ho immediatamente accettato di prendere parte all’iniziativa. A prescindere dalla nostra situazione lavorativa attuale, dobbiamo metterci sempre in gioco e lavorare affinché non esistano ingiustizie per altre persone”.