Più che uno studio sulla sanità mentale giovanile, quello presentato dall’UNICEF nei giorni scorsi appare come un vero e proprio grido di allarme. Secondo le ultime stime disponibili, infatti, più di 1 adolescente su 7 tra i 10 e i 19 anni convive con un disturbo mentale diagnosticato; tra questi 89 milioni sono ragazzi e 77 milioni sono ragazze. L’ansia e la depressione rappresentano il 40% dei disturbi mentali diagnosticati. I tassi in percentuale di problemi diagnosticati sono più alti in Medio Oriente e Nord Africa, in Nord America e in Europa Occidentale.
Numeri preoccupanti, apparsi nel nuovo rapporto UNICEF “La Condizione dell’infanzia nel mondo – Nella mia mente: promuovere, tutelare e sostenere la salute mentale dei bambini e dei giovani”.
Continuando nell’analisi, nel mondo quasi 46.000 adolescenti muoiono a causa di suicidio ogni anno – più di uno ogni 11 minuti – una fra le prime cinque cause di morte per la loro fascia d’età. In Europa occidentale diventa la seconda causa di morte fra gli adolescenti fra i 15 e i 19 anni, con 4 casi su 100.000, dopo gli incidenti stradali (5 casi su 100.000).
Secondo sempre il rapporto UNICEF, bambini e giovani potrebbero sentire per molti anni a venire l’impatto del Covid-19 sulla loro salute mentale e sul loro benessere.
“Sono stati 18 lunghi mesi per tutti noi, specialmente per i bambini. Con i lockdown a livello nazionale e le restrizioni di movimento legate alla pandemia, i bambini hanno trascorso anni indelebili della loro vita lontano dalla famiglia, dagli amici, dalle aule, dal gioco – elementi chiave dell’infanzia stessa“, ha dichiarato il direttore generale dell’UNICEF, Henrietta Fore.
“L’impatto è significativo, ed è solo la punta dell’iceberg. Anche prima della pandemia, troppi bambini erano gravati dal peso di problemi non affrontati di salute mentale. I governi stanno investendo troppo poco per affrontare questi bisogni fondamentali. Non viene data abbastanza importanza alla relazione tra la salute mentale e le conseguenze future sulla vita“.
Tra i costi della pandemia, dunque, c’è anche un prezzo umano. Secondo i primi risultati di un sondaggio internazionale condotto tra bambini e adulti dall’UNICEF insieme a Gallup in 21 paesi, circa 1 giovane su 5 tra i 15 e i 24 anni ha dichiarato di sentirsi spesso depresso o di avere poco interesse nello svolgimento di attività.
Secondo gli ultimi dati disponibili dell’UNICEF, a livello globale, almeno 1 bambino su 7 è stato direttamente colpito dai lockdown, mentre più di 1,6 miliardi di bambini hanno perso parte della loro istruzione. L’interruzione della routine, dell’istruzione, delle attività ricreative, così come la preoccupazione per il reddito familiare e la salute, ha reso molti giovani spaventati, arrabbiati e preoccupati per il loro futuro. E per quello di tutti noi.