A cura di Elisa Sciarra
Le elezioni amministrative a Roma ci presentano un quadro molto variegato dell’andamento dei flussi elettorali. Primo dato rilevato è la forte astensione soprattutto nelle periferie.
Dall’analisi svolta da YouTrend l’astensionismo viene spiegato dalla maggioranza degli elettori in termini di non gradimento dei candidati e la non capacità dei partiti di rispondere alle proprie esigenze. Questo spiega chiaramente come mai sono proprio le periferie a disertare le urne e spiega ancora meglio il calo della sindaca uscente Virginia Raggi forte all’inizio del suo mandato proprio nelle periferie.
Caso emblematico è il VI Municipio dove la Raggi raggiunge il 21,95% a fronte del 41% del 2016, voti confluiti sul centro destra che raggiunge il 43,18% a fronte di un 25,50% del 2016, arrivando comunque al ballottaggio. Raggi buca le periferie, Gualtieri è forte al centro insieme a Calenda, confermando l’analisi dell’elettorato di Calenda composto per circa il 60% da elettorato di centro sinistra.
Michetti prende di più in periferia, riesce a parlare meglio alle fasce più colpite dalla pandemia e crisi economica. Riprendendo la suddivisione del territorio capitolino effettuata dal gruppo di ricerca MappaRoma che divide la capitale in sette città in base a reddito, composizione nucleo familiare, istruzione, occupazione, edilizia e servizi il centro-destra primeggia nei municipi si a composizione mista ma anche con forti situazioni di disagio, caratterizzate da criminalità, disoccupazione, livello basso di istruzione.
Di fatti i municipi in cui il centro – destra è in vantaggio è il IV, V, VI, X, XI, XIV, con qualche eccezione a questa composizione socio- demografica per il IX, XIII e XV. Gualtieri e Calenda prendono un elettorato con un livello di istruzione alto, laureati e per età una fascia giovanile.
Da un certo punto di vista non stupisce questo dato: sia Calenda che Gualtieri sono due politici con un profilo molto alto, ex ministri entrambi a cui tutto il mondo professionale guarda con grande interesse. È proprio da questa sovrapposizione di elettorato che ha portato a pensare che l’elettorato di Calenda possa confluire su quello di Gualtieri in sede di ballottaggio.
Per quanto riguarda Michetti raccoglie elettori con un tasso di scolarità medio e basso, ma per fascia di età attrae principalmente gli oltre 55enni. Virginia Raggi infine raccoglie un elettorato per la maggiore giovane e con un tasso di scolarità basso. Insomma alle battute finali del ballottaggio potrebbero presentarsi delle sorprese, sebbene dalle analisi dei rispettivi elettorati di Raggi e Calenda il finale sembra già deciso.
Ma ora sarà più che mai decisiva la periferia: Tornerà a far sentire la propria voce, a dar fiducia o si asterrà? In un caso o nell’altro risiede la soluzione all’enigma Roma sul ballottaggio, ma una cosa è certa: le periferie devono tornare al centro della politica e non solo in campagna elettorale.